Dio ci ha dato uno Spirito di Forza e di Amore
Convegno di Lode ed Evangelizzazione del 27 ottobre 2002
Dio ci ha dato uno Spirito di Forza e di Amore
(2 Timoteo 1,7): questo è stato il tema del Convegno della Comunità che si è incontrata il 27 Ottobre 2002.
Relatori intervenuti Padre Carlo Colonna, Gesuita, il Dott. Oreste Pesare, Direttore dell'Organismo di Coordinamento, Promozione e Servizio Internazionale del Rinnovamento Carismatico Cattolico (I.C.C.R.S.), Padre Antonello Cadeddu, Assistente Spirituale della Comunità Alleanza di Misericordia
del R.C.C. in Brasile, Padre Giovanni Puggioni, Gesuita e Responsabile per la Sardegna del Movimento Mariano.
Le parole di Padre Carlo Colonna hanno chiaramente indicato la via per accogliere il dono della fortezza e dell'amore che Dio Padre, per mezzo dello Spirito Santo, vuole donarci: Gettate in Dio ogni preoccupazione perché Egli ha cura di voi
(1 Pietro 5,6-7). Egli ha detto: Nella vita ordinaria dobbiamo crescere in questo! La Parola di Dio è viva ed efficace, penetra fino al punto di divisione dell'anima e dello spirito (Ebrei 4,12); Padre Carlo si è soffermato, dunque, a spiegare quale anima
e quale spirito
vi sia in ciascuno di noi. Bisogna accettare la nostra umanità e, come invita la Parola, superarla gettando
nel cuore del Padre ogni nostra preoccupazione, certi che Lui ha cura della nostra vita. Il Suo Spirito raggiunge le profondità del nostro essere per guarirci e donarci la Sua pace, la stessa pace che Gesù ci ha lasciato prima di morire: «non come la dà il mondo» (Giovanni 14,27), ma la pace che viene dall'alto, dallo Spirito! Perciò in mezzo agli affanni, alle tribolazioni, alle preoccupazioni, il Signore viene in nostro soccorso, se a Lui ci rivolgiamo. Dio Padre che governa ogni cosa, ha una cura particolare per ciascuno di noi e niente Gli sfugge, poiché tutto segue un Suo misterioso disegno. San Paolo dice che Dio fa cooperare tutto al bene di quelli che Lo amano, perché vuole il bene dei Suoi figli.
I figli di Dio stringono un'alleanza con Dio, che non è solo quella legata al Sacramento del Battesimo, in quanto si è figli di Dio se si ha lo Spirito di Dio, e diventano, così, proprietari e proprietà di Dio! Se ascolti la Parola di Dio sarai Sua proprietà speciale!
Per questa profonda verità, anche Gesù ha gettato nel Padre ogni Suo affanno e ogni Suo dolore. Quale gioia profonda quando P. Carlo, continuando la sua catechesi, ha detto che è la Paternità di Dio su di noi che ci garantisce la Sua Provvidenza! Se viviamo questa verità sublime, possiamo dire, con certezza, di essere veramente figli di Dio.
Siamo i Suoi figli! Cosa abbiamo da temere con un Padre così, che ci ama immensamente? Ecco allora che Gesù ci insegna a vivere come figli di Dio: «Non affannatevi per il cibo e per la veste... di queste cose si preoccupano i pagani» (Luca 12,22-31). Come figli è giusto, dunque, gettare
in Lui la nostra vita e, il poter sperimentare la pace di Gesù, dipende dal nostro rapporto con il Padre, dal nostro rapporto di figli, chiamati a ripetere l'esperienza del Figlio, Gesù. E' la pace di Gesù che vince le nostre preoccupazioni, nella consapevolezza di essere figli di un Padre che si occupa di noi in ogni istante della nostra vita.
Ma il Signore non si è fermato a ricordarci la nostra figliolanza con Lui, ha voluto richiamarci anche alla Sua potente Misericordia attraverso le parole di Padre Antonello. Egli, parlandoci della sua esperienza in Brasile, ci ha invitato a non perdere il nostro tempo! Ha presentato una realtà che tocca il cuore di ogni uomo, il quale spesso perde il proprio tempo nelle futilità, lasciandosi vivere, come quelle ossa inaridite che il Signore ha mostrato al Profeta Ezechiele. Ma Dio è potente, Egli tiene ciascuno di noi nel palmo della Sua mano, trasforma le vite delle persone infondendo il Suo Spirito che riconduce alla vita i Suoi figli, chiamati ad essere profeti, come Ezechiele, in un mondo che si presenta tale e quale la visione del Profeta biblico.
Con grande attesa si è, poi, ascoltata la catechesi sul tema Amore ed Unità
del Dott. Oreste Pesare che, riprendendo la prima Lettera ai Corinzi 12, ha richiamato tutti all'appartenenza ad un unico corpo che è la Chiesa, formato da diverse membra, ciascuna con le proprie funzioni, tutte cooperanti al bene comune. Gesù, prima di essere arrestato, fa questa preghiera al Padre: «Come tu, Padre, sei in me e io in te, siano anch'essi in noi una cosa sola, perché il mondo creda che tu mi hai mandato» (Giovanni 17,10-11.20-21). Fu con la Pentecoste che avvenne il miracolo dell'unità fra i discepoli di Gesù: divennero un cuor solo, un'anima sola
! (Atti 4,32).
Anche il Rinnovamento Carismatico Cattolico ha avuto la chiamata a questa missione e la Chiesa si aspetta da noi frutti di comunione e unione. E, ripercorrendo le Scritture, in particolare la Lettera di San Paolo agli Efesini, ha evidenziato come l'unità fosse una delle preoccupazioni più urgenti delle prime Comunità Cristiane. Così, anche per il Rinnovamento, è valida l'esortazione di Paolo: «Comportatevi in modo degno della vocazione che avete ricevuto, con ogni umiltà, mansuetudine e pazienza, sopportandovi a vicenda con amore, cercando di conservare l'unità dello spirito per mezzo del vincolo della pace» (4,1-3).
Anche lui, come gli altri Relatori, ha ripreso il passo di Ezechiele 37, evidenziando il fatto che ciascuno di noi ha fatto e fa l'esperienza delle ossa inaridite, ma esiste una via di salvezza: Dio trasforma in vita quelle ossa, quella morte che è dentro di noi, ricomponendo in unità quello stato di disgregazione, e ci rafforza nel Suo amore per mezzo dello Spirito. Questo nella vita spirituale di ciascuno di noi, ma il Corpo di Cristo, costituito da tante membra, si può costruire solo se accettiamo le diversità dell'altro. Il Papa stesso dice nella Novo Millennio Ineunte
che occorre promuovere una spiritualità di comunione, elevando lo sguardo del cuore al mistero della Trinità e valorizzando i fratelli come dono di Dio. Solo se lo sguardo del cuore è pulito, libero dall'invidia, dalla gelosia, dallo spirito di divisione, si può valorizzare il fratello ed essere seme d'unità. Ha ricordato che lo stesso Movimento del Rinnovamento Carismatico Cattolico è un grande mare con una multiformità di realtà integrate nella vita della Chiesa, in unità e obbedienza al proprio Vescovo, multiformità che è generata dallo Spirito ed è dono di Dio.
Ha poi puntualizzato quali sono le funzioni dell'I.C.C.R.S. all'interno del Rinnovamento, Rinnovamento voluto dalla Chiesa, e quali le finalità Spirituali.
L'I.C.C.R.S. ha sede presso il Vaticano e opera come centro di informazione tra le varie Comunità del Rinnovamento ed è da tramite tra le diverse espressioni e la Santa Sede.
L'I.C.C.R.S. ha avuto l'approvazione del Pontificio Consiglio per i Laici sin dal 1993 e, nonostante il riconoscimento della Santa Sede, non intende attuare un'azione di governo sulle diverse realtà del Movimento Nazionale o Internazionale, ma vuole essere un organismo di servizio e di collaborazione. Dopo aver ripercorso gli eventi e i passaggi storici, dalla sua fondazione a tutt'oggi, ha sottolineato che appartengono al Rinnovamento Carismatico, attualmente, circa 120 milioni di cattolici, distribuiti in 235 paesi del mondo, su un totale di 238.
Uno dei compiti dell'I.C.C.R.S. è certamente quello di far superare pregiudizi e diffidenze e di far crescere, quindi, la collaborazione tra gruppi e Comunità del Rinnovamento Carismatico, ma anche tra i Movimenti e la Chiesa. Cinque le principali finalità Spirituali: conversione, santificazione, edificazione, evangelizzazione, integrazione nella vita della Chiesa.
Oreste ha riferito all'assemblea dell'incontro avvenuto con S.E. Mons. Alberti, sottolineando che l'Arcivescovo ha espresso congratulazioni alla Comunità per tanta costanza e impegno dimostrati.
Quale dolcezza e invito alla perseveranza nelle parole di Padre Giovanni Puggioni, quando ha parlato della potenza del Cuore Immacolato di Maria e di come mettersi alla Sua presenza, per mezzo del Santo Rosario! La recita del Rosario, da parte del popolo in Convegno, è stato uno tra i momenti più intensi di preghiera. Era tangibile la presenza di Maria, la nostra Mamma Celeste, ed il fatto che Lei abbia accolto nel Suo Cuore la nostra supplica.
La Santa Messa, officiata da Padre Colonna, ha concluso il Convegno. Nell'omelia, Padre Carlo si è soffermato sui valori religiosi e morali dei Comandamenti di Dio.
Viviamo oggi, ha detto il Celebrante, in un generale smarrimento Spirituale, in una società secolare dove non ci sono più valori. Non c'è amore né tolleranza e solidarietà, non c'è amicizia né sincerità, viviamo, insomma, in un egoismo sempre più diffuso.
Dobbiamo, perciò, capire che la vita deve essere spesa in valori ben più grandi, nell'amore e nella carità. Dobbiamo cercare il bene, non per solo conoscerlo, ma per metterlo in pratica, perché il bene coincide con la vita e il male con la morte.
Con questi insegnamenti il Signore ha voluto guidare ed edificare il cuore dei Suoi figli. Il Convegno è finito mentre calava la sera, ma il sole dello Spirito Santo, nell'uomo di Fede, non tramonta mai, rafforzati dalla Benedizione del nostro Arcivescovo.