Beati i misericordiosi, perché troveranno Misericordia
Convegno di Lode ed Evangelizzazione del 17-18 gennaio 2004
Il 17 e 18 gennaio 2004 si è svolto in Cagliari, promosso dalla Comunità Primavera del Rinnovamento Carismatico Cattolico, il primo Convegno Regionale di preghiera del nuovo anno, dal tema Beati i misericordiosi, perché troveranno Misericordia
, tratto dal Vangelo di Matteo 5,7.
Sono stati invitati a svolgere le relazioni Padre Elias Vella, dell'Ordine dei Frati Minori Conventuali della Provincia Maltese, Padre Guglielmo Pireddu, giovane Sacerdote Gesuita che, attualmente, sostiene la preziosissima opera di Padre Giovanni Puggioni, da vari mesi nella sofferenza, e Padre Giuseppe Pireddu, Cappuccino e Vice Postulatore della Causa di Beatificazione di Simona Tronci.
Il Convegno ha avuto inizio il sabato pomeriggio con la preghiera di lode, alla quale hanno partecipato tutti i presenti, aiutati in questo dai fratelli del Ministero dell'animazione. Palpabile era la presenza dello Spirito Santo, che riuniva tutti in Lui. Mentre Padre Elias invocava su ognuno la discesa dello Spirito Santo, abbiamo sperimentato momenti densi di commozione, nei quali abbiamo tutti rivissuto il momento del nostro Battesimo, accogliendo con profonda consapevolezza e totale adesione il Dono di Dio
che è stato effuso in noi come in una nuova Pentecoste. La prima giornata di Convegno si è conclusa con la Celebrazione Eucaristica presieduta da P. Elias, al termine della quale lo stesso Celebrante ha portato in processione il Crocifisso. Con Gesù era presente la Trinità intera e, ripieni della gioia che viene dall'incontro con Gesù e ricolmi di Spirito Santo, ci siamo dati appuntamento per la mattina seguente.
La giornata di domenica 18 gennaio è iniziata alle 8,30, quando è stato consentito l'accesso alle sale del teatro dei numerosi convenuti, provenienti dalle varie zone della Sardegna. L'incontro è iniziato con la preghiera di lode guidata dai fratelli del Ministero dell'animazione, supportati dalla Corale. La lode è salita all'unisono verso il Padre, in una alternanza di preghiere spontanee e canti appropriati.
Accolto da un caloroso applauso, è stato presentato P. Elias il quale, dopo l'invocazione allo Spirito Santo, ha preso la parola. P. Elias ha voluto proporci il testo evangelico del paralitico
(Marco 2) sottolineando, anzitutto, come la Parola di Gesù è un messaggio vivo, perché Lui è vivo, è Risorto! Il paralitico non è, quindi, il paralitico dei tempi di Gesù, ma il paralitico del 2004. La buona notizia che Dio vuole dare in questa giornata a tutti è: Figliolo, ti sono rimessi i tuoi peccati
. La condizione per il perdono e la guarigione è l'apertura del cuore. Noi siamo attaccati al nostro peccato e non è facile dire a Gesù Ti do il mio peccato
ma, se apriamo la porta, Gesù viene e ci dona la guarigione. Vogliamo veramente che oggi la parola Figliolo ti sono rimessi i tuoi peccati
diventi viva per tutti noi? Oggi il dono che vogliamo dare al Signore sono i nostri peccati, affinché Lui li distrugga e faccia di noi una nuova creatura.
Ha quindi preso la parola P. Giuseppe Pireddu, ormai di casa nella nostra Comunità e, ancor più, da quando è stato nominato Vice Postulatore della Causa di Beatificazione della nostra sorella Simona Tronci. Dobbiamo accostarci alla Parola di Dio con la stessa tenerezza con la quale ci accostiamo all'Eucarestia, ha affermato P. Beppe. Siamo chiamati ad essere Santi ed è per questo che San Paolo ci chiede di essere frammenti di luce, schegge d'amore impazzite che corrono qua e là per incendiare questo mondo. Ho sempre nel cuore una frase che il nostro Papa disse a Torvergata nel 2000 ad oltre un milione e mezzo di giovani convenuti per il Giubileo: Se sarete quello che dovete essere, voi incendierete il mondo; e il nostro mondo non è ancora incendiato, perché non siamo quello che dovremmo essere
. Se Dio non mette mano alla tua vita, cosa ne sarà di te? Se amiamo Gesù dobbiamo cambiare la nostra vita, i nostri comportamenti, la nostra mentalità. E se il Signore ci ha voluti qui, è per dire la Sua grandezza, il Suo amore. Ecco perché occorre passare dal cuore vecchio al cuore nuovo per essere oggi lievito nel mondo. Un cuore nuovo che ci fa sorridere, ci fa recuperare la vita, aprire alla gioia. P. Beppe ha concluso leggendo alcuni brani tratti dai pensieri di Simona.
Il Convegno è ripreso alle 14,30 con la recita del Santo Rosario, cui ha fatto seguito una relazione proposta dal Gesuita Padre Guglielmo Pireddu, il quale, dopo aver ringraziato la Comunità per la calorosa accoglienza e per il pensiero e la preghiera rivolta a Dio per Padre Puggioni, ha ripreso il tema della giornata parlando della Misericordia, che è sempre la caratteristica con la quale Dio si relaziona con noi. Questa Misericordia da parte Sua assume la connotazione particolare che è perdono. La catechesi è stata incentrata sul significato del perdono in due momenti distinti: il primo basato sulla Parola di Dio, ed il secondo su quanto Gesù ci ha detto riguardo al perdono. A questo proposito è stata scelta una Parabola, la Parabola del servo spietato, che troviamo nel Vangelo di Matteo al capitolo 18. Tale Parabola non fa altro che applicare quanto noi chiediamo durante la recita del Padre Nostro, quando diciamo rimetti a noi i nostri debiti, come noi li rimettiamo ai nostri debitori
. Chi di noi non ha ricevuto precedentemente torti, offese e ingiustizie? Spesso pensiamo che gli altri ci debbano tante cose, però anche noi a nostra volta ne abbiamo fatte tante agli altri. E' quindi sbagliato tenere una specie di contabilità morale nel pallottoliere, tenendo il conto di ciò che devo dare e di ciò che devo ricevere. Dobbiamo cercare di capire che siamo fratelli e cercare di venirci incontro gli uni gli altri: questo è il modo che Gesù usa verso di noi. Come Gesù risponde a Pietro, dobbiamo perdonare sino a settanta volte sette, cioè sempre, ogni volta che una persona ci chiede perdono. Ecco, allora, la novità del Vangelo che esige una nostra conversione: questo perdono è gratuito e ci precede sempre! Non dimentichiamo che Gesù ha già perdonato tutti quanti sulla croce. E noi, che cosa dobbiamo fare? Avere l'umiltà di andare spiritualmente ai piedi della Croce e accettare la Sua misericordia e il Suo perdono, senza la pretesa di meritarlo.
Ha quindi svolto la sua relazione P. Elias che, citando le parole di Gesù, ha affermato: Sono venuto per darvi la vita in abbondanza
. Gesù è venuto per guarire, per liberare non soltanto l'anima, ma l'uomo intero. Dobbiamo andare un po' più nel profondo per vedere la radice del nostro peccato, perché molte volte noi guardiamo la punta dell'iceberg. Se curiamo soltanto quella punta e non diamo attenzione a tutta la montagna che è sotto, allora il peccato viene sì perdonato, ma si riaffaccia immediatamente dopo un po'. Noi non abbiamo bisogno soltanto di questa guarigione spirituale, ma anche di una guarigione interiore. Ecco perché noi dobbiamo andare da Gesù non solo con il nostro peccato, ma anche con tutto quello che siamo, con le nostre ferite interiori e le nostre malattie fisiche. Ci sono tantissimi che non amano se stessi e che dicono: io sono un nulla
. Non è vero che noi siamo un nulla, perché tutto quello che esce da Dio è prezioso, è un capolavoro, siamo proprio scritti sul palmo delle mani di Dio. Gesù vuole che andiamo da Lui perché possa aiutarci a guarire da questo squilibrio. Gesù conosce bene la nostra umanità: Lui era in tutto come noi, aveva anche Lui le Sue ferite come noi abbiamo le nostre, ha pianto come piangiamo noi. Gesù ha redento il nostro peccato portandolo sulle Sue spalle: è il massimo dell'Amore. Noi non abbiamo una risposta alla nostra sofferenza, ma abbiamo una soluzione data da Gesù: abbandonarci nelle mani del Padre che sta soffrendo con noi. Il Suo perdono è sempre offerto, sempre gratuito, e ci precede in ogni caso. Perdono è quindi vivere la Misericordia, non perché siamo capaci di costruire Misericordia, ma perché troviamo in noi quella che Dio ci dona.
Nella Celebrazione Eucaristica abbiamo vissuto momenti di intensa partecipazione e spiritualità profonda quando, dopo aver comunicato l'assemblea, il Celebrante ha portato il Santissimo in processione. Gesù vivo è passato, così come passava oltre 2000 anni fa, tra la folla che Lo seguiva, perché consapevole che in Lui vi era consolazione, pace, guarigione, liberazione, perdono.
A conclusione del Convegno sentiamo il bisogno di ringraziare il Signore perché è venuto a trovarci. Ti ringraziamo, Signore, perché ci hai chiamati all'incontro con Te. Ti ringraziamo per la Tua bontà e Misericordia, perché sei sempre pronto a riconciliarci con Te, perché sei sempre copioso con i Tuoi doni, perché non ci lesini grazie, perché non Ti risparmi nel donarTi a noi e, tutto a tutti. Sei tutto nostro, siamo tutti Tuoi, ci hai fatti per Te. Grazie Signore, perché rinnovi per noi le opportunità di incontrarTi in modo forte.
Grazie Signore, perché ci chiami ad essere Tuoi testimoni, grazie perché ci chiami ad essere servi, figli ed eredi allo stesso tempo.
Grazie Gesù, perché non abbiamo parole per esprimere la grandezza del Tuo amore. Grazie Gesù, per essere stato con noi.