Noi predichiamo Cristo Crocifisso, potenza e sapienza di Dio
XIII Conferenza Internazionale della Catholic Fraternity
Assisi, 30 Ottobre - 2 Novembre 2008
Edificante e stupenda è stata la XIII conferenza Internazionale della Catholic Fraternity svolta ad Assisi dal 30 Ottobre al 2 Novembre 2008, cui abbiamo partecipato, che ha visto coinvolte oltre 50 comunità provenienti da tutto il mondo e, in particolare, dall'Europa, dall'Africa, dall'America e dall'Asia... Nei giorni precedenti si è tenuto il Meeting dei Vescovi, cui hanno preso parte oltre 80 Vescovi, ed una sezione riservata all'Esecutivo ed il Consiglio della Fraternity, riunito per analizzare ed approfondire alcune tematiche relative alla realtà del cristianesimo e delle comunità del Rinnovamento Carismatico aderenti alla Catholic Fraternity nelle diverse aree geografiche del mondo.
L'approfondimento della conferenza ha riguardato il tema: Noi predichiamo Cristo Crocifisso, potenza e sapienza di Dio
(1 Cor 1,23-24), in occasione dell'Anno Giubilare indetto da Sua Santità Benedetto XVI per il Bimillenario della nascita dell'Apostolo Paolo. Le giornate sono iniziate con l'Adorazione guidata dalla corale, composta da diversi membri di tante regioni e comunità, tra cui la nostra. Interessante è stata l'esortazione del Presidente Matteo Calisi, che ha descritto le prospettive della missione della Catholic Fraternity.
Ecco alcuni passaggi del suo intervento: Qui siamo venuti per ricevere potenza dall'alto. Senza lo S. Santo la Chiesa è una semplice organizzazione! Purtroppo oggi c'è un dilagare del relativismo anche teologico. Ci sono scuole che ci insegnano il dubbio teologico. Si tratta di contraffazioni del vangelo! L'evangelizzazione non è proselitismo, ma annuncio della Buona Novella, senza compromessi! Evangelizzazione è proclamare Gesù Cristo quale unica salvezza, senza contrapporre una religione all'altra. La società, l'Italia, l'Europa è ammalata! L'Europa ha bisogno di una nuova evangelizzazione! Questa è la sfida per la Catholic Fraternity! Che ciascuno di noi possa dire: Eccomi, Signore, manda me, per compiere questo piano di Salvezza!
Non possiamo scordare l'intervento di José Prado Flores, della scuola di evangelizzazione di Padre Emiliano Tardif che, in modo vivace e coinvolgente, ha commentato il brano di Matteo 9,27-31, della guarigione dei due ciechi. I due ciechi, unitisi insieme, seguivano Gesù. Essi non dicevano abbi pietà di me
, ma abbi pietà di noi
, come se Gli dicessero: non guarire solo me, ma guarisci entrambi
. Credete che io possa fare questo?
disse Gesù ai due ciechi. Gli risposero: Sì, o Signore!
. Ambedue furono guariti. Vivere in comunità non è facile, bisogna sopportarsi... così capitò nell'era glaciale quando molte specie rischiarono l'estinzione e, per sopravvivere, dovettero farsi caldo stando insieme. I porcospini si unirono l'uno con l'altro, ma si pungevano e si ferivano, allora si separarono e iniziarono a morire. Provarono poi a riunirsi perché non vi erano altre possibilità per sopravvivere. Questa è la comunità: sopportare le spine e le ferite che ci facciamo gli uni con gli altri, per poi presentarci a Gesù e chiedere insieme di essere guariti. Quando Gesù si recò dall'amico Lazzaro, ormai morto, intervenne e gli ordinò di venir fuori... ma chiese la collaborazione degli amici di Lazzaro: Togliete la pietra
. Abbiamo bisogno di qualcuno che ci tolga le pietre e che ci aiuti a sciogliere i lacci che ci legano la mente e il corpo. I nostri responsabili fanno questo: ci tolgono le pietre, ci sciolgono dai legami... ma a noi spetta muoverci per dimostrare che siamo liberati. Amate perciò i vostri responsabili!
Moysés de Azevedo Filho, responsabile della Comunità Shalom del Brasile, ha offerto all'assemblea degli interrogativi su cui riflettere e delle profonde esortazioni: Che cosa stiamo facendo della libertà donataci dal vangelo? Nel mezzo di una società relativista, come viviamo la Parola di Cristo nella famiglia, nella Chiesa, nel mondo? Abbiamo la responsabilità di vivere bene i nostri carismi! Questo mondo ha fame e sete di Dio. Liberi dal fondamentalismo, ma anche dal razionalismo e dal relativismo, lasciamo che la Parola di Dio agisca in noi, ci immerga nella carità e nella verità. Verità che non è condanna, ma medicina per le anime. La Chiesa ha bisogno di conversione pastorale. Abbiamo bisogno dei giovani, che sono i trasmettitori della Parola di Dio. La vostra sia una risposta affermativa e generosa a tale chiamata.
Non è mancato lo spazio Ecumenico, durante il quale abbiamo vissuto una intensa comunione spirituale. Papa Ratzinger e Giovanni Paolo II hanno sempre incoraggiato a intessere rapporti di comunione e condivisione con le varie Confessioni cristiane non cattoliche. Perciò, la Fraternity ha anche questo impegno.
Hanno partecipato alla preghiera vari esponenti delle Chiese cristiane. Era tangibile l'emozione per le loro testimonianze, ma anche il desiderio di voler proseguire un cammino insieme, infatti da tutti è emerso che Gesù è il Salvatore ed il Messia, e che presto ci sarà il Suo ritorno... Tutti hanno condiviso l'esposizione molto accorata del Vescovo Giovanni Traettino, il quale ha sottolineato che vi è un corpo solo e un solo Spirito, un solo battesimo, un solo Dio che è Padre di tutti
. Alla base di tutto ci sono due pilastri: Cristo e il Corpo di Cristo. Vi è un solo corpo, noi tutti siamo membra di questa Chiesa; vi è un solo Spirito, soffio di vita, di pace; vi è una sola speranza attraverso Cristo; vi è un solo Signore perché Gesù è il Signore
. Se abbiamo questa stessa confessione di fede, siamo nella stessa Chiesa e Cristo è la pienezza di Dio. Abbiamo anche un solo Battesimo. I battezzati sono figli di Dio e Dio è il loro Padre. Abbiamo il coraggio di sperimentare l'urto e le ferite nella Riconciliazione! Giovanni Paolo II ha affermato che riconoscere gli errori del passato... conduce alla riconciliazione
. L'umiltà va dall'alto in basso e, perciò, chi sta in alto si inchini con riverenza verso chi sta più in basso.
Oltre che dagli interventi di S. E. Mons. Sorrentino, Arcivescovo di Assisi, e di S. E. Mons. Taveira, Consigliere Spirituale della Catholic Fraternity, durante la conferenza siamo stati edificati anche da varie testimonianze di fede autentica, che ci hanno consentito di conoscere esperienze del vangelo vissute in tante parti del mondo.
Ma il dono più grande per coloro che hanno preso parte alla conferenza è stato il partecipare all'Udienza particolare riservata dal Santo Padre Benedetto XVI alla Catholic Fraternity. La mattina del 31 Ottobre è iniziata molto presto con i preparativi per far confluire tutti i partecipanti sugli autobus che avrebbero lasciato Assisi per giungere a San Pietro. Il viaggio, ricco di trepidazione e accompagnato dalla preghiera, si è svolto con grande ordine e precisione. Dopo una piacevole attesa in Piazza San Pietro, il Signore ci ha riservato una mattina speciale, trascorsa nell'Aula delle Benedizioni del Palazzo Apostolico in Vaticano, accanto al Santo Padre.
Matteo Calisi, a nome di tutte le comunità della Catholic Fraternity, ha rivolto al Santo Padre un significativo messaggio: ...Avvertiamo più che mai, in questo nostro tempo, l'urgenza e il dovere di proclamare con ardore e coraggio Gesù Cristo, Redentore di tutto l'uomo e di ogni uomo. Solo attingendo a Lui fonte viva, si può essere in grado di affrontare vittoriosamente ogni sfida che il mondo pone alle nostre comunità cristiane...
Il Presidente della Catholic Fraternity ha ringraziato il Santo Padre per la sollecitudine pastorale con cui da sempre accompagna e sostiene il cammino dei movimenti ecclesiali e delle nuove comunità e in particolare quello della Catholic Fraternity, ed ha parlato della XIII conferenza della Catholic Fraternity che si svolgeva in quei giorni ad Assisi sotto il patrocinio del Pontificio Consiglio per i Laici. In conclusione, Matteo Calisi ha espresso la totale disponibilità di tutte le comunità aderenti alla Catholic Fraternity nel servizio per la nuova evangelizzazione e a lasciarsi condurre docilmente dallo Spirito Santo sotto la guida dei nostri Pastori, nelle scelte di vita e d'impegno nei vari settori ed ecclesiali che ci attendono.
Il Santo Padre, a Sua volta, ci ha rivolto queste stupende parole, coronate dalla Sua Speciale Benedizione:
Eminenza, Venerati Fratelli nell'Episcopato e nel Sacerdozio, cari fratelli e sorelle!
Porgo con vivo piacere a voi tutti il mio cordiale benvenuto, e vi ringrazio per la visita che mi rendete in occasione del II° Incontro Internazionale dei Vescovi che accompagnano le nuove comunità del Rinnovamento Carismatico Cattolico, del Consiglio internazionale della Catholic Fraternity of Charismatic Covenant Communities and Fellowships e, infine, della XIIIa conferenza Internazionale, convocata in Assisi, sul tema: "Noi predichiamo Cristo Crocifisso, potenza e sapienza di Dio" (cfr 1 Cor 1,23-24), a cui prendono parte le principali comunità del Rinnovamento Carismatico nel mondo. Saluto voi, cari Fratelli nell'Episcopato, e voi tutti, che operate al servizio dei Movimenti ecclesiali e delle nuove comunità. Un saluto speciale rivolgo al Prof. Matteo Calisi, Presidente della Catholic Fraternity, che si è fatto interprete dei vostri sentimenti.
Come ho avuto già modo di affermare in altre circostanze, i Movimenti ecclesiali e le nuove comunità, fioriti dopo il Concilio Vaticano II, costituiscono un singolare dono del Signore ed una risorsa preziosa per la vita della Chiesa. Essi vanno accolti con fiducia e valorizzati nei loro diversi contributi da porre a servizio dell'utilità comune in modo ordinato e fecondo. Di grande interesse è poi l'attuale vostra riflessione sulla centralità di Cristo nella predicazione, come pure sull'importanza dei "Carismi nella vita della Chiesa particolare", con riferimento alla teologia paolina, al Nuovo Testamento e all'esperienza del Rinnovamento Carismatico. Ciò che apprendiamo nel Nuovo Testamento sui carismi, che apparvero come segni visibili della venuta dello Spirito Santo, non è un evento storico del passato, ma realtà sempre viva: è lo stesso divino Spirito, anima della Chiesa, ad agire in essa in ogni epoca, e questi suoi misteriosi ed efficaci interventi si manifestano in questo nostro tempo in maniera provvidenziale. I Movimenti e le nuove comunità sono come delle irruzioni dello Spirito Santo nella Chiesa e nella società contemporanea. Possiamo allora ben dire che uno degli elementi e degli aspetti positivi delle comunità del Rinnovamento Carismatico Cattolico è proprio il rilievo che in esse rivestono i carismi o doni dello Spirito Santo e loro merito è averne richiamato nella Chiesa l'attualità.
Il Concilio Vaticano II, in diversi documenti, fa riferimento ai Movimenti e alle nuove comunità ecclesiali, specialmente nella Costituzione Dogmatica Lumen gentium, dove leggiamo: "I carismi straordinari o anche più semplici e più comuni, siccome sono soprattutto appropriati e utili alle necessità della Chiesa, si devono accogliere con gratitudine e consolazione" (n. 12). In seguito, anche il Catechismo della Chiesa Cattolica ha sottolineato il valore e l'importanza dei nuovi carismi nella Chiesa, la cui autenticità viene però garantita dalla disponibilità a sottomettersi al discernimento dell'autorità ecclesiastica (cfr n. 2003). Proprio perché assistiamo a una promettente fioritura di movimenti e comunità ecclesiali, è importante che i Pastori esercitino nei loro confronti un prudente e saggio e benevolo discernimento. Auspico di cuore che si intensifichi il dialogo tra Pastori e Movimenti ecclesiali a tutti i livelli: nelle parrocchie, nelle diocesi e con la Sede Apostolica. So che sono allo studio opportune modalità per dare riconoscimento pontificio ai nuovi Movimenti e comunità ecclesiali e non sono pochi quelli che già lo hanno ricevuto. Di questo dato - il riconoscimento o l'erezione di associazioni internazionali da parte della Santa Sede per la Chiesa universale - i Pastori, specialmente i Vescovi, non possono non tenere conto nel doveroso discernimento che ad essi compete (cfr Congregazione per i Vescovi, Direttorio per il Ministero Pastorale dei Vescovi Apostolorum Successores, Cap. 4,8).
Cari fratelli e sorelle, fra queste nuove realtà ecclesiali riconosciute dalla Santa Sede, va annoverata anche la vostra, la Catholic Fraternity of Charismatic Covenant Communities and Fellowships, Associazione Internazionale di fedeli, che assolve a una specifica missione in seno al Rinnovamento Carismatico Cattolico (cfr Decreto del Pontificio Consiglio per i Laici del 30 novembre 1990 prot. 1585/S-6//B-SO). Uno dei suoi obiettivi, conformemente alle indicazioni del mio venerato predecessore Giovanni Paolo II, è salvaguardare l'identità cattolica delle comunità carismatiche e incoraggiarle nel mantenere uno stretto legame con i Vescovi e con il Romano Pontefice (cfr Lettera autografa alla Catholic Fraternity, 1 giugno 1998).
Apprendo, inoltre, con compiacimento, che essa si propone la costituzione di un Centro di formazione permanente per i membri e i responsabili delle comunità Carismatiche. Ciò permetterà alla Catholic Fraternity di meglio valorizzare la propria missione ecclesiale orientata all'evangelizzazione, alla liturgia, all'adorazione, all'ecumenismo, alla famiglia, ai giovani e alle vocazioni di speciale consacrazione; missione che sarà ancor più aiutata dal trasferimento della Sede internazionale dell'associazione a Roma, con la possibilità di essere in più stretto contatto con il Pontificio Consiglio per i Laici.
Cari fratelli e sorelle, la salvaguardia della fedeltà all'identità cattolica e dell'ecclesialità da parte di ognuna delle vostre comunità vi permetterà di rendere dappertutto una testimonianza viva ed operante del profondo mistero della Chiesa. E sarà proprio questo a promuovere la capacità delle varie comunità di attirare nuovi membri. Affido i lavori dei vostri rispettivi convegni alla protezione di Maria, Madre della Chiesa, Tempio vivo dello Spirito Santo, e all'intercessione dei santi Francesco e Chiara di Assisi, esempi di santità e di rinnovamento spirituale, mentre di cuore imparto a voi e a tutte le vostre comunità una speciale Benedizione Apostolica.
Fortificati e incoraggiati dalle profonde parole di Papa Benedetto XVI, siamo ritornati alla conferenza, ad Assisi, ricolmi di entusiasmo e tanta gioia.