top index section home page invia una e-mail

«Misericordia io voglio»
Con il cuore di Gesù nel cuore della Chiesa

3ª Conferenza Europea della Catholic Fraternity

Alcuni membri della Comunità hanno partecipato alla 3ª Conferenza Europea della Catholic Fraternity che si è svolta dal 29 Ottobre al 1° Novembre 2009 a Paray Le Monial, in Francia. Il luogo scelto è stato alquanto significativo poiché là, nel 1673, avvennero le apparizioni del Cuore di Gesù a Margherita Maria Alacoque. Diversi gli interventi dei relatori, ne citiamo alcuni.

La Basilica di Paray Le Monial

La conferenza è iniziata con il saluto del Padre Bernard Perau, Rettore del Seminario, il quale ha affermato che le apparizioni del 1600 a S. Margherita Maria sono un messaggio che si è ormai diffuso nel mondo intero ed è stato accolto nella Chiesa e dal Papa. Ha fatto osservare come il Signore, in tale occasione, abbia mostrato il Suo cuore e chiamato gli uomini allamore. Padre Bernard ha proseguito col dire che è impossibile giungere a Paray Le Monial senza sentire una chiamata speciale.

E' intervenuto Mons. Alberto Taveira Corrêa, Consigliere Spirituale della Catholic Fraternity, il quale, rivolgendosi ai Responsabili delle Comunità, ha riferito le parole del Santo Padre ai Sacerdoti di tutto il mondo in occasione dell'Anno Sacerdotale: Accogliete la nuova primavera della Chiesa che è rappresentata dai Movimenti Ecclesiali e dalle Nuove Comunità, perché lo Spirito Santo spira dove e quando vuole in luoghi inaspettati ed inimmaginabili. Ha ribadito, inoltre, il pensiero del Papa espresso durante l'Udienza privata alla Conferenza Internazionale del 2008 quando affermò che le nostre Comunità sono un singolare dono del Signore ed una risorsa preziosa per la vita della Chiesa. E' dunque necessario che questi doni siano accolti con fiducia e valorizzati per il bene comune, dando il giusto valore ai carismi che sono stati elargiti. Noi abbiamo però il dovere di essere fedeli ai carismi che abbiamo ricevuto e che sono fondanti delle nostre Comunità, in modo che tutta la loro vita sia improntata e vissuta nell'esercizio dei carismi di ciascuno.

Mons Taveira ha ricordato che Papa Giovanni Paolo II ha invitato la Catholic Fraternity a salvaguardare l'identità cattolica delle Comunità Carismatiche. Per questo dobbiamo continuamente chiedere al Signore che la nostra missione si svolga sempre nell'aderenza costante alla voce e alla guida dello Spirito Santo. Sia questo il viatico che ci accompagna tornando nelle nostre Comunità.

Molto profonda è stata la prolusione fatta dal Presidente della Catholic Fraternity Matteo Calisi che ha espresso la grande gioia di essere in questo luogo, Paray Le Monial, tanto caro a Gesù. Ha precisato che il Rinnovamento Carismatico è una corrente di grazia che conta 600 milioni di persone delle varie Confessioni cristiane nel mondo, e non un Movimento, termine utilizzato per le altre organizzazioni che nascono grazie all'iniziativa di fondatori umani. Matteo ha fatto notare che nessuna espressione può contenere tutta lesperienza pentecostale e carismatica, in quanto è stata suscitata dallo Spirito Santo per realizzare il Rinnovamento Carismatico della Chiesa e non nella Chiesa. Nel descrivere il motivo dell'esistenza e gli obiettivi della Catholic Fraternity, l'ha presentata come uno specchio di questa molteplicità nellunità ed ha ricordato che essa è la prima realtà del RCC riconosciuta e accolta dalla Chiesa Universale, con Decreto del Pontificio Consiglio per i Laici del 30 Novembre 1990. Riconoscimento che comporta un impegno ed una responsabilità per le nostre realtà: che i frutti spirituali siano secondo i disegni di Dio e non degli uomini. Siamo chiamati a compiere un'opera di discernimento, affinché questo dono venga sempre custodito e protetto.

Matteo

Matteo Calisi ha inoltre sottolineato che le Comunità della Fraternity devono aver acquisito la maturità ecclesiale e che, perciò, la nostra missione attiene alla missione universale della Chiesa: l adveniat Regnum Tuum. Da qui scaturisce la caratteristica peculiare della Catholic Fraternity, quella della Ecclesialità, i cui aspetti sono: essere grazia di comunione perché la Chiesa è luogo e scuola di comunione; essere segno della speranza e faro della buona novella di Cristo per luomo di oggi. Tale missione si estrinseca in due momenti: Vieni, incontra, conosci e ricevi la salvezza in Cristo; Va e annuncia chi è Gesù per te.

Il Presidente della Catholic Fraternity ha continuato il suo intervento con lasserire come il nostro essere insieme nella Chiesa e nel mondo sia la nostra risposta alla sfida della globalizzazione, realtà nella quale è importante essere missionari di comunione e testimoni che non aspettano che la gente vada in chiesa, ma portano la chiesa alla gente. E il metodo di andare nel mondo è lo stesso che Giovanni Paolo II ha identificato come nuova evangelizzazione. Proseguendo, il Presidente ha ricordato limportanza della formazione integrale umana, spirituale e cristiana, in quanto solo essa può portarci ad essere uomini e donne di Dio, con umiltà e senza trionfalismi, verso lapprofondimento della missione, sia nel campo liturgico che in quello ecumenico per la realizzazione dellunità e la riconciliazione fra i cristiani di tutte le confessioni e, inoltre, nell'ambito della formazione antropologica e sociale: questo ci porterà ad essere nel mondo testimoni dei Risorto ed essere costruttori di unità e di pace nella carità, nel servizio e nellamore.

E' stato invitato a prendere la parola Mons. Giovanni D'Ercole, della Segreteria di Stato Vaticana, il quale ha esordito affermando che il Santo Padre Giovanni Paolo II, molto contento dei nostri Movimenti, era convinto che, se non vi fosse stata tale apertura, la Chiesa oggi sarebbe più povera. Giovanni Paolo II aveva intuito che il mondo di oggi è talmente confuso da non capire ciò che sia giusto, e che sarebbe entrato nella confusione tanto da non comprendere quale fosse la Verità. Giovanni Paolo II aveva capito che all'umanità di oggi bisogna offrire unultima possibilità per salvarsi e, cioè, la Divina Misericordia.

Giovanni

Giovanni Paolo II, ha proseguito Mons. D'Ercole, diceva che all'umanità del nostro tempo non servono parole che arrivino al cervello, ma parole che giungano al cuore. La nostra società è infatti caratterizzata da grandi mutamenti sociali... l'uomo cosiddetto Sapiens, che ragiona senza vedere, è diventato Videns, che vede senza ragionare: ecco la causa di tanti errori sociali e criminali. L'uomo è incapace di reagire perché il suo cuore non è in sintonia con l'intelligenza. Per Giovanni Paolo II la peggior malattia del mondo è il distacco tra il cuore e la mente. Il cuore dell'uomo è diventato di pietra, ha paura e si chiude sempre più in se stesso, ed i risvolti che ne derivano sono costituiti dalla depressione e la violenza. L'unica medicina per l'uomo d'oggi è la Divina Misericordia, affinché possa sentire l'amore di Dio, ed è necessario che ciascuno di noi si affidi totalmente a Dio, perché solo un cuore conquistato a Dio, è in grado di penetrare il cuore degli uomini. Per essere cuori dedicati a Dio è necessaria una lunga e costante preghiera; per diventare strumenti della Divina Misericordia non si deve più appartenere a se stessi, perché si è di Dio, donati totalmente agli altri. Questo è stato latteggiamento spirituale e psicologico, espresso nel motto Totus Tuus del Pontificato del Santo Padre, ha affermato Mons. D'Ercole. Giovanni Paolo II ha conquistato il mondo, non durante i suoi viaggi, ma quando non riusciva più a parlare né a muoversi, ma si donava in modo totale. Infatti, mentre l'efficacia, ovvero il riscontro del risultato immediato, è quella che viene ricercata dai sistemi umani, lefficacità, è ciò che Dio compie nel cuore della gente senza che noi, su questa terra, ne possiamo vedere i risultati. Ha concluso il suo intervento esortando tutti a fare il bene, fino allestremo sacrificio della vita. Conservare la fede, ha affermato ancora dicendo di avere imparato tutto questo da Giovanni Paolo II, significa aver vinto in mondo e, fino a quando in questo mondo ci saranno persone che spenderanno tutta la loro vita, esso potrà essere salvato. Dio chiede a noi la nostra totale conversione e la perseveranza nella fede, fino al termine della nostra vita.

Gregorio Vivaldelli, riferendosi al tema della Misericordia, ha affermato che luomo è chiamato dalla Parola di Dio ad essere una creatura nuova, diventando testimone della Misericordia di Dio. Noi dovremmo avere il coraggio di abusarne santamente, dovremmo essere scaltri ed approfittarne, per essere araldi della Misericordia.

Essere misericordiosi vuol dire essere come Cristo, essere cioè capaci di dare la propria vita per gli altri. Dobbiamo diventare persone consapevoli di avere bisogno proprio di tutto, e la Misericordia è l'esperienza di non essere autosufficienti. Siamo chiamati ad essere grembi di Misericordia ad immagine di Maria, e a ricevere il perdono per portarlo agli altri.

Molto significativo è stato lintervento di Mons. Robert Sav sul tema Misericordia ed evangelizzazione, durante il quale ha sottolineato che siamo chiamati ad evangelizzare, non solo nel senso di annunciare, ma di compiere opere di compassione e di perdono: è questo lannuncio della buona notizia, sulla quale si fonda la creazione della nuova comunità, il nuovo popolo di Dio, affinché ogni uomo possa usufruire della Misericordia. Lannuncio è, perciò, il contenuto dellevangelizzazione che ha origine nellamore misericordioso di Dio, perché tutti gli uomini si salvino. Si tratta di portare Gesù ad oltre quattro miliardi di persone che non Lo conoscono ed a quelli che Lo combattono e Lo odiano.

Sacerdoti

Inoltre, siamo di fronte ad una sempre maggiore paganizzazione dellEuropa, per cui è divenuto urgente far riscoprire alla nostra gente le proprie radici cristiane e la propria identità umana attraverso la ri-evangelizzazione, affinché il Vangelo possa essere testimoniato anche agli immigrati, ignari di Cristo. Le nostre Comunità sono chiamate, perciò, ad essere annuncio dellamore di Dio, perché il Cuore Misericordioso di Gesù brucia damore per tutti gli uomini della terra.

Sono seguiti altri interventi, tra cui quelli di S.E. Mons. Yves Le Saux, Responsabile Emerito dei Sacerdoti della Comunità dellEmmanuel e Vescovo di Mons (Francia), che ha trattato il Tema: La Grazia di Paray e del Cuore di Gesù.

Ha ripercorso le varie tappe della vita di S. Margherita Maria Alacoque, dalla sua nascita fino alla sua morte e, facendo riferimento al messaggio di Paray Le Monial, ha suddiviso il messaggio stesso in 3 dimensioni:

La prima dimensione – ha detto – è che lamore va oltre lamore ordinario, e la possiamo riassumere in questo messaggio: Ecco il cuore che ha tanto amato il mondo, e non ha ricevuto che ingratitudine. Gesù qui richiama in un modo forte lamore appassionato di Dio per ciascuno. Lui ci ama in un modo particolare e la vera direzione da prendere nella nostra vita è quella che ci conduce allamore particolare di Gesù e dentro il Suo amore. Nella missione quello che conta è lamare e, se entriamo in questo amore, otteniamo la misericordia perché lamore richiama il perdono.

La seconda dimensione del messaggio di Paray è lingratitudine. Gesù dice: Non ricevo altro che ingratitudine..., infatti l'amore di Gesù non è accolto, è abbandonato, perché non ci si lascia amare da Gesù. Significativa lesperienza riservata dal Signore a Margherita Maria: ha sentito lagonia di Gesù dovuta alla tentazione, che gli ha fatto sperimentare linutilità di aver dato tutto se stesso...

La terza dimensione del messaggio di Paray presuppone una risposta di amore, che si sintetizza cosi: bisogna rispondere amore per amore. Nel nostro mondo decidiamo in base allefficienza, ma la prova dellamore è la gratuità. Il luogo privilegiato per lasciarsi amare da Gesù è lAdorazione Eucaristica: lì siamo dentro il mistero di Cristo. Margherita Maria affermava che è necessario consacrarsi al cuore di Gesù.

Sono stati molto interessanti anche gli interventi di Olivier Belleil, Jean Luc Moens, Gérard Testard, Mons. Robert Sarah, Oreste Pesare, Direttore dell'ICCRS. E stata dedicata inoltre una sessione alle testimonianze... quelle di Andrea e Loredana Bevilacqua e di Hersilia Pinto (Portogallo).

Jean-Luc Moens, delegato per i rapporti con la Catholic Fraternità della Comunità Emmanuel di Paray Le Monial, ha affermato che la sua Comunità ha la grazia di vivere la complementarietà, in quanto vi sono degli sposati, dei consacrati e parecchi laici. Con tutte le famiglie, ha proseguito, sperimentiamo la gioia profonda di essere uniti in Cristo e, per essere strumento di compassione, l'amare Dio e l'amare i fratelli sono aspetti inscindibili. Dobbiamo essere - ha affermato - persone a cui Cristo ha conquistato i cuori, risvegliandoli allamore per i fratelli.

Sono state proposte ancora diverse testimonianze, tra le quali abbiamo avuto lonore di portare quella della nostra Simona Tronci, quale esempio di compassione, missione ed evangelizzazione, supportata dalla proiezione di immagini su uno schermo laterale, testimonianza molto apprezzata, anche perché Simona è la prima Serva di Dio del Rinnovamento Carismatico. Si è parlato della storia della nostra Comunità che, grazie all'esempio di Simona, ne ha potuto seguire le orme.

Adorazione

Durante queste intense giornate, molto profondi e suggestivi sono stati i momenti di preghiera, di lode, di adorazione, che hanno consentito ai partecipanti di potersi inabissare nel Cuore Misericordioso di Dio, inebriare della potenza dello Spirito Santo e di respirare, nel luogo benedetto di Paray Le Monial, un clima di ristoro spirituale e di eternità.

L'Incontro di Preghiera Settimanale

Collegamenti esterni

Galleria Fotografica

cliccare sulle immagini per ingrandirle o chiuderle