La salvezza appartiene al nostro Dio e all'Agnello
Convegno di Lode ed Evangelizzazione del 7 Giugno 2009
Si è aperto in modo speciale il Convegno Regionale della Comunità Primavera del Rinnovamento Carismatico Cattolico, dal tema: La salvezza appartiene al nostro Dio e all'Agnello
(Ap 10,7), tenutosi a Cagliari Domenica 7 giugno 2009.
La sessione mattutina della giornata è iniziata con una intensa quanto partecipata preghiera di lode e adorazione, condotta dai fratelli del ministero dell'animazione, gioiosamente supportati dalla corale con canti appropriati, che hanno aiutato i numerosi presenti ad aprire il loro cuore, conducendoli alla presenza del Signore e predisponendo l'animo di ciascuno ad accogliere la Parola di Dio.
E' stato invitato al microfono Don Alejandro Festa, attuale responsabile della Comunità Gesù Amore
, fondata dall'indimenticabile Don Serafino Falvo. Don Alejandro, prendendo spunto dal tema del Convegno, ha affermato che il Signore, proprio oggi, vuole incoronarci di vittoria. Ha ricordato che solo i Re detengono una corona e, poiché anche noi siamo figli di Re, siamo anche eredi del Suo regno. Tempo fa, ha proseguito il relatore, vi era un concetto di famiglia molto forte, si rispettavano le gerarchie familiari, e questo avveniva anche nella Chiesa. Così anche ciascuno di noi, nella propria casa, ha un'autorità spirituale, come pure il responsabile di un gruppo di preghiera o di una comunità o il superiore di un Ordine Religioso. Se Dio ci ha incoronati di vittoria, dobbiamo vivere con
e nella
corona che ci ha dato.
Il problema di noi cristiani, ha affermato Don Alejandro, è che abbiamo ricevuto una corona, l'abbiamo messa nel cassetto e ora, più che incoronati, siamo delle vittime. Tutto è in crisi, dovunque e in tanti settori. Tanti studiosi vorrebbero dare una risposta a questo; ma non è volontà del Signore che viviamo in continua crisi. Perciò, non deleghiamo ai santi o a chi prega la responsabilità di risolvere i nostri disagi. E, con forza, Don Alejandro ha esclamato: usa la tua corona, senza ricatti, senza baratti! Nella libertà di Dio, è così che si può vivere meglio la fede, in modo adulto e maturo. Se il mondo dimentica quali siano i principi e i valori basilari perché l'uomo conduca una vita degna, da figlio di Dio, la Chiesa ha sempre il dovere, malgrado i tempi odierni portino ad una continua trasgressione delle regole di Cristo, di riportare l'uomo nella via del Vangelo con severità.
A ciascuno di noi Dio ha dato una corona, con la quale vivere tutti i giorni e, se abbiamo una corona di vittoria, il Signore ci ha dato anche le armi per difenderci in continuazione. La battaglia con il maligno, che tenta di deturpare e deformare l'immagine di Dio che è in noi, non ha tregua, ma ciascuno di noi ha un'autorità spirituale per combatterla e vincerla, perché la salvezza appartiene al nostro Dio e all'Agnello! Portiamo con fierezza la nostra corona di figli di Dio!
Dopo alcuni canti di ringraziamento al Signore per quanto trasmessoci attraverso le parole di Don Alejandro, è stata invitata a prendere la parola Antonella Fois, membro del Pastorale di Servizio della Comunità Primavera, la quale ha condotto una meditazione sul tema Da Dio e da Gesù vengono la ricchezza e la grazia
. Ha introdotto la sua relazione col brano dei dieci lebbrosi (Lc 17,11-19) e si è soffermata sui concetti di guarigione e salvezza, evidenziando che Gesù, spinto dalle preghiere e dalle suppliche dei lebbrosi, dopo averli guariti, li invita a presentarsi ai sacerdoti. E' significativo il fatto che la guarigione si verifichi durante il tragitto.
Il Signore vuole che noi camminiamo verso la santità, verso la salvezza, e quel camminare dei lebbrosi per andare dai sacerdoti non deve essere inteso come un abbandono dello stesso Gesù per cercare aiuti altrove, bensì come un atto di obbedienza a Lui. Antonella ha fatto notare il fatto che uno solo dei lebbrosi guariti sia tornato da Gesù per ringraziarlo, e quel ... Va'..., la tua fede ti ha salvato
è la conferma che, per essere salvati, è necessario accogliere nel nostro cuore la guarigione e riconoscere la potenza di Dio che si è resa manifesta nella guarigione stessa: tutti sentimenti racchiusi nell'atto di ringraziamento.
Molto interessante e ricca di spunti è stata la testimonianza di Mario Iozzo di Firenze. Prima della sua conversione entrava in chiesa solo per studiarne l'arte e voltava il viso davanti ai crocifissi. Ha dichiarato di essere stato Archeologo e cristiano solo per tradizione; studiava, lavorava e si divertiva in mille modi. Una grave malattia colpì la sua muscolatura dalla vita in giù e dimagrì notevolmente in breve tempo. In quelle dolorosissime condizioni fisiche accompagnò la madre, che gli aveva appena prestato dei soldi per acquistare una casa, ad un incontro di preghiera. Su Mario imposero le mani nel momento della preghiera del Rinnovamento e lui, a poco a poco, aprì il suo cuore. Mario, pur essendo un profondo conoscitore di varie lingue, inizialmente non riusciva a capire le semplici parole che il Signore gli stava rivolgendo direttamente e personalmente. Ma, dopo anni di lontananza da Dio, la sua vita fu illuminata e la sua esistenza trasformata. Guarì radicalmente nel fisico e nello spirito ed accettò con spontaneità assoluta di portare l'amore di Dio agli altri fratelli, affinché anche loro potessero conoscerlo e viverlo appieno. Ora vive a servizio di Cristo, Colui che ha saputo conquistare il suo cuore, e collabora con Don Alejandro nella Comunità Gesù Amore
.
La sessione pomeridiana del Convegno è iniziata con la recita del Santo Rosario animato dai giovani della Comunità, cui ha fatto seguito un'intensa e partecipata preghiera di lode e adorazione, caratterizzata dalla gioia che i canti proposti dalla corale hanno saputo infondere.
E' stato quindi invitato a prendere la parola Don Alejando Festa, il quale ha esordito che il Signore non guarisce tanto per guarire. Quando questo accade, significa che ha un disegno ben preciso per noi. Lui non vuole creare in noi solo un benessere, ma intende far cambiare la nostra esistenza, desidera che noi diamo una determinata impronta al nostro percorso di vita e, una volta che ci ha guariti totalmente, desidera che noi ci mettiamo al Suo servizio.
Così, ha evidenziato il relatore, è capitato all'indemoniato mandato da Gesù ad annunciare ciò che il Signore aveva fatto per lui, affinché altri potessero credere. E' stato liberato, infatti, perché diventasse strumento di evangelizzazione e di vita, grazie alla sua testimonianza.
Per questo la guarigione più importante è la conversione, la guarigione dell'anima e, per i fratelli, dobbiamo volere questa. Come cattolici dobbiamo recuperare la fede in quei doni che il Signore ci ha lasciato, i Sacramenti, segni efficaci della grazia, che esprimono la salvezza in tutta la sua potenza e, quindi, producono la guarigione e la liberazione e ci consentono di dare gloria a Lui. Riprendiamo a leggere la Bibbia, ha esortato Don Alejandro, teniamo nelle nostre case la Parola di Dio aperta, perché se proclamiamo la Parola di Dio con fede, troviamo la forza e la salvezza: è il Signore che si manifesta e i pensieri di Dio diventano i nostri.
Quando non riusciamo più a sopportare il peso delle nostre sofferenze, ha concluso Don Alejandro, quando abbiamo pensato di poter risolvere i nostri problemi e non ci siamo riusciti, gettiamo tutto davanti al Signore, siamo umili, perché il vostro nemico, come leone ruggente, va in giro cercando chi divorare. Resistete perciò saldi nella fede, sapendo che i vostri fratelli sparsi per il mondo, combattono i vostri stessi problemi.
Al termine dell'intervento di Don Alejandro, non si poteva non ringraziare il Signore per la profondità e l'abbondanza della parola spezzata. Ad officiare la Celebrazione Eucaristica è stato Don Alejandro Festa il quale, nel corso dell'omelia, ha invitato i presenti a testimoniare che Gesù Cristo è vivo ed è presente in mezzo a noi, e ad invocare il vincolo della pace dinanzi ad ogni difficoltà che incontriamo. Lo Spirito Santo, insieme al nostro spirito, attesterà che noi siamo figli di Dio.
L'adorazione Eucaristica è stata il culmine dell'intimità trascorsa con il Signore Gesù, realmente presente tra noi e, dopo averLo gustato sotto le specie del Pane e del Vino, adorato e contemplato, abbiamo ricevuto una grazia davvero speciale: il Signore ha lenito i gemiti del nostro cuore che anela a Cristo, Figlio del Dio vivente.