Vide una grande folla e sentì compassione
Convegno di Lode ed Evangelizzazione dell'11 ottobre 2009
Domenica 11 Ottobre 2009 si è tenuto un significativo Convegno di formazione ed evangelizzazione promosso dalla Comunità Primavera R.C.C. sul tema Vide una grande folla e sentì compassione
(Mt 14,14). La giornata è cominciata con una bellissima lode partecipata da tutti con canti e inni, guidata dai fratelli dell'animazione e dalla corale, che hanno saputo predisporre i cuori dei convenuti ad accogliere la Parola di Dio. I relatori sono stati il Gesuita Padre Robert Faricy ed il laico Kalambay Musangu.
Il primo ospite a prendere la parola è stato proprio lui, Kalambay (Kalì), che ha svolto il tema Costruite il vostro edificio spirituale sopra la vostra santissima fede...
(Giuda 20-23). Ha introdotto il suo intervento affermando che la nostra fede deve crescere attraverso la preghiera mediante lo Spirito Santo...
Spesso vogliamo fare le cose senza Dio, tutto deve essere invece tarato sulla Parola di Dio. Come posso fondare il mio edificio spirituale sulla fede, se io non credo? Come posso aiutare qualcuno se non credo? I miracoli arrivano quando noi viviamo con fede e con fiducia in Dio. Perciò la fede deve crescere mediante lo Spirito Santo... Occorre che la nostra vita sia fondata sulla preghiera. Gesù ha pregato 40 giorni e 40 notti di seguito… quanto preghiamo noi? quanto tempo usiamo per pregare? La fede deve essere basata sulla Parola di Dio. Perché si vedono i cristiani col muso? Perché c’è tanta tristezza, infelicità, ansia e depressione? Sarà perché non si lascia spazio all’intervento di Gesù nei nostri cuori! Molte volte chiediamo al Signore di salvarci, ma al primo ostacolo Lo abbandoniamo. Gesù basava e basa tutto sulla fede, anche il miracolo arriva se noi abbiamo fede e trasmettiamo l'amore di Dio. Perciò, crescere nella fede è una cosa basilare.
La fede va alimentata giorno dopo giorno con la preghiera, che è respiro con Dio e dialogo continuo con Lui, mettendo in pratica i Suoi precetti e la Sua Parola ed offrendo una testimonianza audace. La preghiera fatta con insistenza, infatti, fa grandi cose. Se amiamo la persona che abbiamo accanto, nasce in noi la compassione che ci conduce a pregare per lei. Molte sono le persone che si ammalano fisicamente, e tante sono le persone che dai medici vengono dichiarate inguaribili. Noi, purtroppo, stentiamo a pregare per loro e, anzi, le rassicuriamo dicendo che quel problema è volontà di Dio. Ma, quando in noi vive l'amore e la compassione, siamo nella dimensione dello Spirito Santo e Lui compie meraviglie inimmaginabili. Ogni azione che si intraprende deve essere accompagnata dalla benedizione e dal consenso di Dio… allora state certi che l’edificio spirituale diventerà solido.
E’ poi intervenuto Padre Robert Faricy sull'importanza dell'intercessione. Ha preso spunto dall'episodio narrato dal Vangelo di Marco (2,1-12), nel quale si descrive che, mentre Gesù insegnava in una casa dove c'era una grande folla, tanto che nessuno poteva entrare, quattro amici calarono un paralitico dal tetto. Gesù intervenne e il paralitico venne guarito. I quattro amici sono coloro che intercedono presso Gesù per l'uomo paralitico, ha chiarito Padre Robert. Infatti, la preghiera d'intercessione consiste nell'interporsi tra un problema e Gesù.
Il mio intercessore è Gesù, che intercede per ognuno di noi. L'atto di intercessione è la croce, che è per ognuno di noi individualmente, e Lui si è fatto crocifiggere per ognuno di noi.
Maria Vergine intercede alle nozze di Cana di Galilea interponendosi tra la mancanza di vino e Gesù, il quale trasforma l'acqua in vino. In Maria abbiamo la certezza che le nostre preghiere e le nostre suppliche sono portate a Suo Figlio Gesù ogni volta che a Lei ci rivolgiamo. Gesù è il mediatore per eccellenza della nostra vita, Lui che ha offerto la propria vita per la remissione dei nostri peccati. Abbiamo continuamente bisogno di Gesù e Lui, poiché ci ama, si rivolge al Padre Suo e Padre nostro.
Una delle preghiere più belle di intercessione è il canto in lingue, ha proseguito Padre Faricy, perché tocca direttamente il cuore di Dio. Nel cantare in lingue si dà la massima lode al Signore: si tratta della preghiera contemplativa, la preghiera più alta possibile, nella quale riponiamo tutte le nostre intenzioni affinché siano risanate le situazioni che ci affliggono.
Tanta attenzione l'ha catturata Giuliano Monaco, Responsabile della Comunità, il quale, con delle pennellate semplici ma brillanti, ha saputo raffigurare alcune tipologie di folle in ricerca della compassione.
Ci sono tante folle che camminano in questo pianeta, milioni e miliardi di persone ed è alquanto difficile, in questa società odierna, comprendere in modo profondo la compassione e l'intercessione. Quante persone non hanno il tempo per avvicinarsi a coloro che soffrono o per andare ad un funerale! Ne hanno, invece, per andare ad un matrimonio, a fare scampagnate o altrove. La nostra società, infatti, ci invita a condurre una vita all'insegna dell'egoismo e dell'indifferenza. Nel frattempo intere folle implorano aiuto, ha osservato Giuliano.
Ci sono quelle che affollano le discoteche, gli stadi, i vari cortei, le manifestazioni colorate da tante bandiere, folle che vanno dietro ai cantanti, ai giocatori... tutto per ottenere gioia, successo, momentanei piaceri. C'è, invece, un altro tipo di folla come quella che c'è qui o come quelle che seguivano Gesù. Nel Vangelo di Matteo 14,14 leggiamo che Egli, sceso dalla barca, vide una grande folla, ne ebbe compassione e guarì i malati. Gesù, nel fare questo, compie tre azioni: mette in pratica i tre verbi scendere – vedere – guarire
e, nello scendere dalla barca, compie un movimento: abbandona ciò che stava facendo, prima per vedere e, poi, per farsi partecipe.
Perciò anche noi, se siamo coerenti, dobbiamo avere gli stessi sentimenti di Gesù ed essere capaci di scendere dalle nostre attività per vedere da vicino ciò di cui il fratello ha bisogno affinché, successivamente, possa essere guarito attraverso la compassione e l'intercessione. Oggi Gesù vede le folle che hanno bisogno di aiuto, vede un popolo intero. Ecco la differenza tra le folle che seguono Dio e quelle che seguono le cose del mondo: sicuramente le persone che seguono le cose effimere rimangono a mani vuote, mentre Gesù, quando vede le folle stanche, scoraggiate e afflitte, le consola e le guarisce gratuitamente. Quando ci rivolgiamo ai nostri contemporanei per avere dell’aiuto, loro esigono un regalo o una ricompensa. Gesù, invece, tutte le folle stanche, smarrite, scoraggiate, afflitte, le consola e le guarisce gratuitamente! Quando ci rivolgiamo a Lui e Lo seguiamo, otteniamo tanto. Gesù ci insegna la partecipazione alla sofferenza, e la compassione è il risultato che Gesù è dentro il nostro cuore. Allora potremmo esercitare un altro verbo: amare
. Siamo qui oggi per essere visti, per ricevere la compassione di Gesù, ma anche per vedere i fratelli, affinché la Parola amatevi gli uni gli altri
sia chiara.
Nel pomeriggio, dopo la recita del Santo Rosario, Padre Robert Faricy ha evidenziato che ogni giorno è dono per noi e, se abbiamo qualche consolazione, viene sempre da Lui.
Ogni giorno diamo del tempo al Signore e per Lui è prezioso. Bisogna però ridurre il tempo che dedichiamo a noi stessi in tante occupazioni per privilegiare quello da donare in preghiera a Gesù. Gesù non è solamente interessante, ma si interessa a noi, ci chiede come stiamo, di che cosa abbiamo bisogno; perciò è fondamentale la perseveranza nella preghiera, con un tempo fisso e senza guardare spesso l'orologio. Il tempo che dedichiamo in comunione con Lui è la misura della nostra fede.
Non preoccupiamoci se dovesse arrivare l'aridità spirituale, ha detto con fermezza Padre Robert, essa è necessaria e, con la perseveranza, sarà superata. Anche se rimaniamo al buio con Gesù e non Lo vediamo, Lui ci vede e ci ama tanto. Se dovesse capitare che non sappiamo come procedere nella preghiera, possiamo ripetere il Nome di Gesù sino a farlo calare nel cuore e assimilarlo al respiro. Giungerà la consolazione nella preghiera se saremo cuore a cuore con Gesù... sarà come un danzare, un metterci in sincronismo con Lui.
Quando preghi devi fare come fa Gesù, fai come fa Lui. Devi avere un senso di pace e metterti in sincronismo con Lui. Quando non sappiamo pregare, mettiamoci davanti a Lui e diciamogli: Gesù aiutami Tu a pregare
.
Quali sono gli ostacoli che non ci consentono di instaurare il dialogo con Gesù? ha domandato Padre Faricy. Sono la mancanza di fede, di speranza e di amore. Gesù vuole solo una cosa: che noi siamo consapevoli del Suo sguardo amoroso e in Lui riponiamo la speranza.
Al termine del suo intervento, Padre Faricy ha invitato i presenti a disporsi in piccoli gruppi per una reciproca preghiera di intercessione. E' stato un momento molto toccante dove ognuno ha potuto ricevere la consolazione di Dio attraverso la preghiera dei fratelli e in ciascuno non sono mancate lacrime, che Gesù ha asciugato.
La Santa Messa è stata presieduta da Padre Robert il quale, durante l'omelia, ha affermato: ognuno ha la sua vocazione, noi siamo i consacrati al Signore. Ciò che ci aiuta a seguire la vocazione personale è l'effusione dello Spirito Santo.
Se vi sono, tra di voi, persone che vogliono ricevere questa grande grazia, questa è l'occasione, però dovrete fare un percorso prima di fare ciò.
Terminata la Celebrazione Eucaristica presieduta da Padre Robert, è stato invitato al microfono Kalì per sviluppare il tema La resurrezione del figlio unico della vedova
(Lc 7,11-17). La mano di Dio è grande ed è sempre piena di benedizione, salute, compassione; Lui ha la mano aperta per noi. Perciò il Signore ha preparato tutto per noi, comprese le benedizioni, e noi, talvolta, ce ne vergogniamo. Dio ha creato ogni cosa buona. Però l'umanità sta distruggendo la terra, la creazione, opera di Dio.
Gesù vede la donna, le rivolge lo sguardo, nota la sua sofferenza e ne ha compassione, perché Dio ha creato l'uomo a Sua immagine... Gesù le dice: Non piangere!
. Quando ci dicono che abbiamo una malattia ci facciamo assalire dalla paura e dall'angoscia, ci sembra di morire ancor prima di morire. La prima cosa che dovremmo fare in tali situazioni è cercare Dio, pregare e rallegrarci, anche quando le cose non vanno... come ha fatto Gesù, il quale si avvicinò alla bara e, mosso a compassione, disse: Ragazzo, te lo dico io, alzati!
Pensate, ha continuato in modo coinvolgente Kalì, un morto sente la voce e la potenza di Gesù e si alza! Gesù ha trasformato la tristezza in gioia. C'è forse qualche cosa impossibile per Lui? Non possiamo limitare con la nostra mente la potenza di Gesù. Noi cristiani diciamo che Gesù è potente, ma non crediamo, lo facciamo solo con la bocca. Siamo credenti a modo nostro, incompleto e non giusto.
Noi tutti siamo amati da Dio e, quando crediamo fermamente con il cuore, siamo già guariti e, così, la Parola comincia ad agire attraverso la nostra fede, unita alla compassione per il fratello. Dio vuole collaborare con ciascuno di noi e nessuno può porre limiti alla potenza dello Spirito Santo. Affidiamoci a Gesù che è la vera luce e salvezza del mondo.
Lo Spirito Santo non lascia mai nessuno a mani vuote, è sempre novità che tocca il profondo dell'anima e rinvigorisce la fede.
Successivamente Kalì, insieme ai fratelli della corale, ha condotto una delicata e profonda preghiera di guarigione davanti al Santissimo esposto. Suggestivo il momento del passaggio del Santissimo nella sala buia, con le candele accese per simboleggiare Gesù Risorto, Colui che deve rimanere nel nostro cuore quale luce accesa in modo perenne, luce che irradia come il roveto ardente.
Commozione tra i presenti, occhi lucidi rivolti al Re dei Re! Col Suo passare ha risanato e guarito i cuori affranti!
E' stata una giornata speciale, dove lo Spirito Santo ha soffiato su tutti i presenti... un vento gagliardo e soffice come una carezza data con amore intenso da un Padre che ama senza limiti i Suoi figli e, con il canto finale, la Comunità si è congedata dall’incontro regionale. Amen