Servite il Signore
Convegno di Lode ed Evangelizzazione del 21 Marzo 2010
Servite il Signore
(Rm 12,11): questo il tema di formazione del Convegno periodico della Comunità Primavera R.C.C., svoltosi Domenica 21 Marzo 2010. Relatori della giornata l'Archimandrita S.E. Mons. Siarghiej Gajek, Visitatore Apostolico per la Chiesa Greco-Cattolica della Bielorussia, ed il laico maltese Ivan Laferla, responsabile della Comunità Alleanza Pane di Vita
del Rinnovamento Carismatico Cattolico, che hanno proposto spunti edificanti e profondi in preparazione alla S. Pasqua.
I convenuti, dopo una intensa preghiera di lode, si sono predisposti con docilità ad accogliere l'amore e la tenerezza di Dio che, attraverso la Sua Parola portata solennemente all'altare, plasma e trasforma i cuori. Mons. Gajek, nella sua prima relazione, prendendo spunto dal Libro del Siracide 2,1-6, ha esordito con l'osservare quanto sia bello e prudente rivedere i libri Sapienziali a cui noi dobbiamo tendere. Infatti ci lamentiamo tutti per il poco tempo, per i pochi soldi, per la poca felicità, ma nessuno si lamenta per la carenza di sapienza
perché riteniamo di esserne pieni. Invece è un dono di Dio che viene dato a chi lo chiede per utilizzarlo in modo appropriato. Nella Quaresima la Chiesa ci invita a vivere alla luce del Signore e a fare discernimento con la Sua luce, infatti la Parola non ci viene data solo come informazione, per formarci culturalmente. Se sapremo metterla in pratica, applicarla nella nostra vita, allora noteremo i suoi frutti e scopriremo che la Parola di Dio è viva e può alimentare la nostra vita.
Mons. Gajek ha inoltre posto un interrogativo provocatorio all'assemblea: Siamo veramente fedeli al Signore e alla vocazione ricevuta per poterLo servire? Spesso, siamo tentati di fare alcuni passi con il Signore, ma poi ci fermiamo e non facciamo i successivi, ed allora Lui ci chiama alla perseveranza. Siamo chiamati a percorrere questo cammino, con tutta la Chiesa, che ha duemila anni ed ha maturato la sua esperienza di fedeltà al Signore. Dobbiamo dedicare al Signore tutto il nostro tempo; essere al Suo servizio significa che le ore delle nostre giornate non dovrebbero essere scandite da un orologio, ma da un amore intenso verso Dio e i fratelli. Noi sentiamo parlare del tempo come krònos
, cioè di quello fisico, ma siamo chiamati ad un kairòs
, cioè ad un tempo spirituale, da vivere nella fedeltà alla presenza del Signore e, come San Paolo ci ricorda, ad un combattimento spirituale che, nella Bibbia, viene espresso col termine àgon
. Ed ecco che, prendendo spunto dal lessico sportivo e dall'insegnamento dei Padri della Chiesa, Mons. Siarghiej ha esortato a condurre una vita cristiana agonistica
e non agonizzante
. Possiamo definirci cristiani nella misura in cui Lo serviamo e gli siamo fedeli con cuore puro. Il tempo di Grazia della Quaresima, ha proseguito Mons. Siarghiej, ci interroga sulla fedeltà a Dio e alla nostra vocazione, riportandoci alle radici battesimali e ai Sacramenti dell'iniziazione cristiana, attraverso i quali lo Spirito Santo ha potentemente agito in ciascuno di noi e ci ha resi capaci di seguire e servire il Signore con gioia e perseveranza. Grazie al Battesimo viviamo il nostro sacerdozio regale e diveniamo sacrificio vivente gradito a Dio in ogni circostanza della nostra vita. A noi tutti Dio ha concesso lo Spirito di fortezza e non di debolezza. Perciò, forti e radicati nella fede, serviamo il Signore in ogni nostro comportamento. Il servizio più grande che possiamo offrire al Signore è spogliarci di noi stessi per essere dei veri collaboratori nella costruzione del Suo edificio spirituale. Se siamo edificati in Dio, con l'aiuto dello Spirito Santo, possiamo edificare tutti coloro che ci stanno accanto. Riflettendo ancora sul tema della giornata, Mons. Gajek ha sottolineato che per servire il Signore con tutto il cuore bisogna essere preparati alla tentazione, che certamente arriverà. Da essa però bisogna uscirne vittoriosi, come ha fatto Gesù. Spesso siamo deboli o stanchi, ma se stiamo uniti tra noi e a Gesù possiamo affrontare con successo le difficoltà. Chiediamo al Signore che ci dia il dono di perseverare con gioia!
Dopo alcuni canti di lode, è intervenuto Ivan Laferla, che ha sottolineato l'importanza della richiesta di perdono ai fratelli, oltre che a Dio. Quando doniamo il perdono agli altri, contestualmente lo riceviamo e sperimentiamo, così, la Grazia che ci fa vivere in comunione tra noi e con Dio. Ricevere e dare il perdono è un'operazione di risanamento. Quando neghiamo il perdono al fratello rinchiudiamo in un carcere anche la nostra anima e la sofferenza da noi si propaga a tutta la Chiesa. E' lo Spirito Santo che ci spinge a fare la pace che è esperienza di guarigione. In questa Quaresima dobbiamo fare dei passi fondamentali per sperimentare una tale grazia. In tante occasioni abbiamo sperimentato il perdono e la misericordia di Dio, ha sostenuto con molta incisività Ivan, ma forse siamo ancora appesantiti dalla nostra incapacità, senza l'aiuto di Dio, di perdonare di vero cuore il fratello.
E' perciò necessario andare da Lui. Dopo esserci posti in silenzio davanti a Dio e a Sua disposizione per ascoltare la Sua voce, dobbiamo chiedere l'aiuto dello Spirito Santo che non solo non ci condanna ma è il nostro aiuto, la nostra forza interiore. Solo a questo punto, con la Sua luce, possiamo fare memoria delle ferite ricevute e assumere un atteggiamento di umiltà per riconoscere le nostre colpe. Nel chiedere perdono al fratello siamo chiamati ad offrire anche il nostro perdono. Questo è il momento privilegiato per assaporare la libertà della guarigione che viene da Dio. Chi vive in pace con Dio e con gli altri è davvero ricco!
Molto interessanti e profonde le parole di Mons. Siarghiej che, nel riprendere la parola, ha esortato i convenuti con le parole di San Paolo Siate lieti nella speranza e perseveranti nella preghiera
. La realtà di oggi esige un'accoglienza della Parola come messaggio di speranza cristiana che va vissuto concretamente grazie alla perseveranza, senza ignorare o sottovalutare il pericolo della tentazione e della caduta. Molti genitori investono tanto nelle cure materiali dei figli e quasi nulla in quelle spirituali, trascurando così il valore più alto e, perciò i giovani crescono in un vuoto spaventoso, mentre il nostro compito è quello di sviluppare le loro difese grazie alla preghiera. Questa è per noi una grande sfida! La preghiera del mattino e della sera sono dei pilastri su cui appoggiare la nostra giornata cristiana e ci renderanno lieti annunciatori del Vangelo. Spesso ci mostriamo tristi davanti al mondo mentre dovremmo essere lieti nel Signore, perché Lui cerca servitori pieni di prontezza e di gioia. Solo facendo la volontà di Dio e vivendo la Sua Parola potremmo trovare la vera gioia da trasmettere agli altri. I Martiri sono stati segno indiscutibile della presenza dello Spirito Santo, che ha infuso in loro il coraggio di essere fedeli al Signore con gioia. Perciò, quando ci spaventiamo e ci perdiamo di coraggio davanti alle difficoltà quotidiane, invochiamo con fiducia lo Spirito Santo per vivere, nella comunione dei Santi, una vita cristiana gioiosa seppure in un perpetuo combattimento spirituale. S. E. Mons. Gajek, a conclusione del suo intervento, ha ringraziato tutta la Diocesi di Cagliari e la Conferenza Episcopale Sarda per la premurosa accoglienza, soprattutto nel periodo estivo, dei bambini bielorussi ed ha chiesto che, oltre al sostegno materiale ed umano, non sia trascurato l'aspetto spirituale.
Al termine della mattinata è stata significativa la recita dell'Angelus, in profonda comunione con la preghiera del Santo Padre e della Chiesa universale.
Nel pomeriggio è stata data la parola a Ivan, il quale ha affermato che, come 2000 anni fa, anche oggi Gesù dice a noi Venite a me, voi tutti che siete affaticati e oppressi e io vi ristorerò
. Tutti noi, ha proseguito Ivan, possiamo definirci stanchi e affaticati, ma non per questo dobbiamo giustificare quella stanchezza e quell'oppressione che derivano dalle nostre attività o scelte che certamente richiedono fatica ma che sono superflue, in quanto distanti dal progetto di Dio. Ad esempio, pur definendoci cristiani, dedichiamo ancora troppo tempo nel costruire varie interazioni solo umane, attraverso internet o Facebook, però trascuriamo la nostra relazione costante con Dio. Ma una speranza ci viene da Gesù Misericordia che, se convertiti di vero cuore, ci dona una nuova vita. Gesù non ci condanna e, nel Suo grande amore finalizzato alla nostra salvezza, ci invita a prendere il giogo spirituale per inserirci sotto la direzione dello Spirito Santo. E' vero che in quel giogo è compresa anche la sofferenza, ma proprio nella debolezza agisce tutta la potenza di Dio!
Un bello spazio è stato dedicato alla preghiera per la guarigione. Il nostro Responsabile Giuliano ha voluto preparare i cuori delle persone attraverso una breve riflessione su un versetto della S. Scrittura ed ha esortato a vivere una nuova vita in Cristo, comportandoci non da stolti ma da uomini saggi e figli della luce (Efesini 5,8.15). Successivamente, in modo davvero appropriato, la corale ha saputo accompagnare le parole di consolazione che Giuliano rivolgeva a tutti noi.
Anche Ivan si è unito con la sua chitarra alla corale, per condividere questo importante momento di grazia. Si è avvertita una forte presenza dell'azione di Gesù Misericordioso che ha alleviato le ferite e donato abbondanti benedizioni sia spirituali che fisiche. Diverse persone hanno poi testimoniato quanto hanno sentito nei loro cuori e quanto grande è l'Amore di Dio.
Mons. Siarghiej ha presieduto la Celebrazione Eucaristica e, durante l'Omelia, ha sottolineato che, purtroppo, oggi le persone cercano il divino fuori, lontano dalla Chiesa, mentre il Signore ci dice: Ritornate a me con tutto il cuore, perché Io sono pieno di bontà e amo ogni uomo
. Entriamo perciò nella Passione di Cristo per accogliere il grande dono della Misericordia del Signore che, nella Sua Passione, Morte e Resurrezione, ci ha mostrato in pienezza. E' proprio quest'amore che ci incoraggia a perseverare nel nostro cammino di fede.
Abbiamo vissuto momenti commoventi durante il passaggio di Gesù Eucarestia tra i convenuti. I canti appropriati proposti dalla corale e da Ivan ci hanno fatto immergere in una profonda preghiera di adorazione, durante la quale Gesù non ha lesinato le Sue grazie di guarigione e consolazione. Il Convegno si è concluso ed un canto di lode al Re dei Re si è elevato solenne tra l'assemblea. Nei partecipanti, tra i quali vari giovani, traspariva una speranza ed una tenacia nuova per servire il Signore, la gioia dei veri cristiani, la gioia pasquale del cuore, un'anticipazione della Gioia eterna in Gesù.