Egli ha preso le nostre infermità
e si è addossato le nostre malattie
Convegno di Lode ed Evangelizzazione del 20 Marzo 2011
Domenica 20 Marzo 2011 abbiamo aperto le porte alla Primavera attraverso un Convegno svolto presso il Seminario Arcivescovile di Cagliari, durante il quale il Signore ha edificato i nostri cuori e fatto crescere la nostra fiducia in Lui. Abbiamo approfondito il tema Egli ha preso le nostre infermità e si è addossato le nostre malattie
(Mt 8,17). Come Relatori della giornata abbiamo avuto Don Renato Tisot e Antonella Tanda, membro del Consiglio Spirituale della nostra Comunità.
Don Renato ha percorso il suo itinerario formativo presso i Seminari di Trento sino al 1959, anno dell'Ordinazione Sacerdotale. Laureato in Lettere Moderne presso l'Università Cattolica, ha conseguito la Specializzazione in Teologia Fondamentale presso la Facoltà Gregoriana di Roma. E' stato Professore nelle Scuole Cattoliche, Vicerettore e Docente nel Seminario di Trento.
Nel 1970, negli Stati Uniti, ha incontrato il Rinnovamento Carismatico Cattolico delle origini. Ne è stato coinvolto in maniera entusiastica ed ha cooperato a fondare e ad assistere gruppi di preghiera carismatici nello Stato di New York e poi della Florida. Nel 1978, in Italia, ha iniziato un programma a tempo pieno di preghiera e di evangelizzazione a Trento. Ha fondato l'Associazione Ecclesiale "Alleanza Dives in Misericordia", inserita nella Catholic Fraternity.
Nella sua relazione ha evidenziato, con dovizia di particolari, come Gesù si sia caricato delle nostre malattie, soprattutto quando è stato trafitto sulla croce e, dal Suo costato, sono sgorgati sangue e acqua, i segni della vita dai quali noi siamo nati ed ha avuto origine la Chiesa. Riferendosi al dipinto del Gesù Risorto dal cui petto si irradiano due raggi, ha evidenziato che tale immagine ci mostra un Gesù trafitto, ma mai sconfitto. Don Renato, nel proseguire il suo intervento, ha chiarito che non è Dio a mandare le malattie, ma siamo piuttosto noi ad autocondannarci e autodistruggerci con il nostro peccato. Da qui l'importanza del ministero di guarigione e di liberazione, utilizzati soprattutto nell'ambito del Rinnovamento Carismatico, il cui esercizio è incoraggiato dalla Chiesa e regolato dalle linee guida approvate dall'ICCRS e attualmente sotto l'attenzione della Congregazione per la Dottrina della Fede. La prima guarigione, in ogni caso, avviene durante la Confessione Sacramentale, ecco perché è importante pregare per il Confessore, perché il Signore può donare a lui doni di conoscenza.
La confessione frequente e la Comunione quotidiana, accompagnate dalla trasformazione della nostra vita ad immagine di Cristo, sono i primi strumenti di guarigione e di liberazione interiore. Don Renato, proseguendo, ha invitato ciascuno di noi ad accostarsi con fiducia alla Misericordia Divina per riscoprire e ricevere la pienezza della gioia e della grazia Battesimale, dono del Risorto all'intera umanità. Ha evidenziato che oggi assistiamo ad un allontanamento dei giovani dalla fede. Il Signore ci fa capire che ci troviamo in un'epoca difficile con la New Age, la Post Age, varie sette, lo spiritismo, dove sono coinvolte, solo in Italia, oltre dodici milioni di persone. I tempi che viviamo, purtroppo, ci allontanano dalla Misericordia di Dio e ci guidano verso una morale capace solo di egoismo che giunge a immergerci nelle tenebre. L'uomo di oggi ha talmente perso il senso del peccato, da allontanarsi da Dio, senza preoccuparsi del pericolo di perdere la propria anima. Forse questo pensiero sembra non adatto a noi eppure, se esaminiamo bene le nostre coscienze ed il modo in cui affrontiamo la quotidianità, ci accorgiamo che la Parola di Dio, ascoltata e proclamata, finisce per scorrerci addosso senza minimamente sfiorarci e penetrare nel cuore. E' giunto il momento di cambiare mentalità! Il Signore, Padre misericordioso e Dio di ogni consolazione, non cessa di amarci e di venire incontro a noi; Egli ci accoglie, ci abbraccia e fa festa ogni volta che riusciamo a pentirci, a rientrare in noi stessi per capire che da soli non possiamo far nulla: restiamo soltanto prigionieri delle tenebre!
Di fronte a queste sfide, ha concluso Don Renato, abbiamo bisogno di invocare la potenza della Misericordia di Gesù, la cui sorgente venne spalancata alle tre del pomeriggio. Cristo crocifisso e risorto, in questo tempo di grazia vuole farci sentire i palpiti del suo Cuore, che scoppia di amore per ciascuno di noi!
E' poi intervenuta Antonella, che si è soffermata sul tema Se avrete fede quanto un granellino di senape, potrete dire a questo monte di spostarsi, e questo si sposterà
(Mt 17,20).
Cerchiamo di entrare nella Parola del Vangelo di Matteo come in un percorso di fede e non seguendo le logiche di un nostro ragionamento. La fede è una parola che spesso usiamo in modo superficiale, ed invece racchiude tutta la rivelazione di Gesù. L'esempio più bello è quello di Maria, perché Lei ha avuto un abbandono totale in Dio: per fede, infatti, accolse le parole dell'Angelo che le rivelò di poter diventare Madre del Figlio dell'Altissimo, e per fede partorì. Anche Giuseppe, il promesso sposo, per fede, pur non sapendo, accettò, e si rimise alla volontà di Dio.
Noi, invece, che siamo uomini e donne carnali, ci poniamo di fronte agli eventi straordinari con meraviglia e, a volte, con incredulità: è la reazione di coloro che ancora non si abbandonano, è il segno che il dubbio ci accompagna sempre e ci fa sentire fragili ed indifesi.
Antonella ha definito il dubbio come l'ombra della nostra persona: ci accompagna sempre. Ma la Fede può assumere il controllo del Dubbio! Come è capitato a quel cieco che sedeva lungo la strada a mendicare e, sentendo che quel Gesù che guariva, liberava e faceva miracoli, doveva passare di là, cominciò a gridare "abbi pietà di me!". E' il momento in cui Fede e Dubbio si incontrano... Il cieco non venne di certo aiutato dai presenti i quali, anzi, cercavano di zittirlo. Ma egli valutò a chi dare ascolto, se ai vicini che cercavano di farlo tacere, oppure al suo cuore, che avvertiva in anticipo il forte richiamo di quel "..attirerò tutti a me..." ed allora, attratto dalla persona di Gesù, preferì mettere da parte il dubbio e gridò forte, superando persino il rumore della folla. Fu proprio la sua fede a portarlo a Gesù. Così dobbiamo fare anche noi, superando il chiasso della folla che è dentro di noi. Gesù sentì la voce del cieco che lo chiamava, gli si avvicinò e gli domandò: "cosa vuoi che ti faccia?". "Che io possa vedere" fu la risposta, e Gesù a lui: "la tua fede ti ha salvato". Notiamo che Gesù non lo ha solo guarito, lo ha salvato, e questo è molto di più. L'azione di Gesù nella vita di coloro che, con fede, si avvicinano a Dio, è completa e duplice: agisce nel corpo e nell'anima. Come Gesù si abbandonò al Padre, così Gesù ci chiede di abbandonarci a Lui e tutte le nostre insicurezze, fragilità, paure, diventeranno forza e sicurezza in Lui! La Fede, bene prezioso, va ben protetta, custodita ed esercitata. La Fede ha necessità di una applicazione triplice: credere, accettare; agire. La Fede è una questione di costanza, di tenacia; è sconfiggere, secondo dopo secondo, il Dubbio. Gesù ci esorta ad avere fede quanto un granello di senape. Noi dobbiamo fare tutto con fede, nella certezza di avere già ottenuto ciò che chiediamo, senza scordarci che è il Signore a decidere ciò che sarà di noi e ciò che è il meglio per noi. La fede è una vista spirituale che può esserci donata solo dal Signore, e noi dobbiamo farla crescere usandola: solo così potrà portare frutti, per grazia di Dio.
Antonella poi, prendendo in mano un piccolo seme, si è servita di un esempio concreto: Se dovessimo mettere questo granellino nelle nostre borsette, nelle nostre tasche, riusciremmo poi a ritrovarlo? O forse, per ritrovare il granellino, saremmo costretti a svuotare le nostre borse da tutto ciò che vi è dentro? Ecco, le nostre borse sono come il nostro cuore: tutto ciò che vi abbiamo messo dentro ci tiene lontani dalla grazia di Dio e, se vogliamo trovare la fede, dobbiamo svuotarlo da tutte queste cose. La fede va protetta ed esercitata.
Il nostro atteggiamento, ha esortato Antonella, sia quello di credere che possiamo ottenere, con fede, perché Gesù ci ha detto "Chiedete e vi sarà dato", e noi crediamo che il Signore ci doni quanto è giusto per la nostra vita, e ogni giorno Lo invochiamo: "Signore, aumenta la nostra fede e custodiscila".
Durante la giornata si è avuta l'occasione della visita dell'Arcivescovo di Cagliari, S.E. Mons. Giuseppe Mani che, previo un caloroso ringraziamento da parte di Giuliano per la sua presenza, ha esordito con l'esprimere il suo compiacimento per i nostri incontri, per la preghiera, ed ha comunicato all'assemblea che il processo di Simona va avanti con molta soddisfazione.
Per voi deve essere un piacere che un membro della vostra Comunità venga additata come modello della vita cristiana. Di seguito, ha commentato brevemente il brano del Vangelo offerto dalla Liturgia Domenicale, dedicato alla Trasfigurazione di Gesù sul monte Tabor.
Il Verbo ha ricolmato della Sua presenza, e dunque del Suo amore e del Suo splendore, la nostra umanità. La Trasfigurazione di Gesù è illuminazione della mèta di gloria che è al termine della nostra esperienza terrena. È accettazione della sofferenza del Vangelo per la trasfigurazione di tutte le cose. Così quel viaggio verso la Passione, che umanamente appare incomprensibile, ci appare in tutta la sua luce: nella passione e morte Gesù rivelerà il Suo essere Dio, la Sua vera gloria! Nella trasfigurazione di Cristo ogni uomo, Figlio di Dio, è trasfigurato e nella Sua vita Dio è presente. Nell'essere uno come il Padre e il Figlio e, dunque, nel seno della Trinità Divina, i cristiani possono dare al mondo la loro "bella testimonianza", come ha fatto la giovane Simona.
Al termine del suo intervento, S.E. Mons. Mani ci ha impartito la sua Benedizione.
Il Consiglio Spirituale e Giuliano, congiuntamente al Sacerdote Don Renato, hanno condotto la preghiera di guarigione, durante la quale ognuno dei presenti ha deposto ogni preoccupazione nel Cuore di Dio e si è abbandonato fiducioso al Suo Amore, che dona nuova vita e si prende cura delle Sue creature.
L'Adorazione Eucaristica, accompagnata dai canti proposti dalla corale, ci ha poi fatto immergere nella grande Misericordia di Gesù. Il guardare Gesù in quell'Ostensorio ha interrogato la nostra vita e ci ha invitato a scavare nel nostro cuore, riconoscendo le nostre debolezze, per attingere forza dalla sorgente che è Cristo e poter poi andare per le vie del mondo.
Sostando davanti all'Eucaristia abbiamo ripercorso, in un solo attimo, tutta la vicenda umana di Gesù, Parola fatta carne per noi, il Risorto che è Vivo ed opera in mezzo a noi. E, durante quell'incontro di sguardi, Gesù ha fasciato e curato le nostre ferite. Dio è fedele, Egli mantiene sempre le Sue promesse e non viene meno al Suo impegno per noi Suoi figli, e ciascuno ha rinnovato la propria fedeltà verso il Creatore, attraverso uno stupendo inno di lode, per le meraviglie che ha compiuto. Il Suo sguardo d'amore si è posato su ciascuno di noi, ci ha dato la forza di condurre la nostra vita terrena uniti a Lui, tenuti per mano come veri figli amati.
La giornata ha avuto il suo culmine nella Celebrazione Eucaristica, durante la quale ci siamo nutriti di Cristo, Misericordia del Padre per ognuno di noi.