Dio vi ha scelti come primizia per la salvezza
Convegno di Lode ed Evangelizzazione del 16 Ottobre 2011
La nostra Comunità si è data appuntamento Domenica 16 Ottobre 2011 in occasione di un Convegno formativo sul tema “Dio vi ha scelti come primizia per la salvezza” (2Ts 2,13). Sin dalla mattina numerosi partecipanti, giunti da varie zone della Sardegna, hanno gremito la Sala per dare lode al Signore ed ascoltare la Sua Parola. Il primo Relatore della giornata è stato Padre Massimiliano Sira che si è soffermato sul tema “L'amore di Dio per l'uomo”, potente annuncio che i vari Profeti hanno rivolto al popolo di Dio in varie occasioni, compresa quella di peccato.
Essi hanno descritto, con varie sfaccettature, come Dio va incontro ai Suoi figli con amore paterno e materno insieme, ha esordito Padre Massimiliano. Dio ci desidera e desidera amarci. Il Suo è un amore particolare ed esclusivo, anche geloso talvolta, come quello del padre: non c'è posto per altri idoli. In questo amore Dio manifesta anche la Sua umiltà, scendendo fino ai nostri livelli. Il Padre è l'umiltà del dono senza attendere nulla in cambio, è l'emblema del donare senza aspettarsi la ricompensa. Dio non ci ama per completarsi, come fanno gli sposi, ma ci ama con un amore gratuito che si esprime attraverso la Croce. Gesù, infatti, venuto tra noi per rivelarci il Padre, ha dato tutto se stesso per poterci amare. Nella società contemporanea non esiste più il senso della gratuità. Vogliamo possedere tutto e, quando ci viene a mancare qualcosa, ce la prendiamo con Dio. Basta un po' di crisi come quella che sperimentiamo in questi giorni, e notiamo come tutti diventano più egoisti. Questo, naturalmente, vale anche per la vita interiore di ciascuno di noi. Nascondiamo i doni ricevuti dal Signore e li mettiamo in un cassetto, piuttosto che utilizzarli. Questo significa essere ladri dell'Amore di Dio, mentre il mondo ha bisogno di persone che non hanno paura di amare. Quando San Giovanni dice che “Dio è Amore”, ci rivela che il Padre è l'Amore nella Sua sorgente e, di fronte a questa gratuità e a questo amore, non possiamo che rendere grazie. Siamo solo noi ed il nostro peccato il motivo per cui Dio non ci possa amare. Dio ci chiede forza e coraggio, coerenza, capacità di dire con la nostra vita che Lui ci ama. Per fare questa esperienza dobbiamo, però, lasciarci amare da Dio ed immergerci nel Suo Amore.
San Paolo, nella lettera ai Romani, ha proseguito Padre Massimiliano, ci ricorda che l'amore di Dio è stato riversato su di noi attraverso il dono dello Spirito Santo. Ma noi siamo testimoni di questo amore che è stato riversato nei nostri cuori? Chi ci sta accanto riesce a leggere nella nostra vita la figliolanza divina? Dio è Amore! Questa è la rivelazione più grande! Lui ci ha dato la Sua grazia, la consolazione e la speranza. Egli ama ciascuno di noi, come figlio prediletto, come primizia santa. Il Suo amore si prende cura di noi, ci perdona e ci corregge affinché diventiamo perfetti, come è perfetto il Padre nostro. Ma come amare, come essere perfetti? Cominciamo a fare uno sforzo per iniziare a camminare e dimostriamo a Lui che in noi c’è il desiderio di somigliare a Gesù. La perfezione è la fonte della nostra felicità, è la conseguenza delle beatitudini, è la carta d'identità del cristiano. Padre Massimiliano ha concluso la sua relazione con l'esortazione di San Paolo ad essere sempre pronti a dare testimonianza della speranza e dell'amore di Dio che è in noi, nei fatti e nella verità.
Dopo alcuni canti di esultanza è intervenuto John Bonnici, fondatore e Presidente della Comunità Carismatica “Maranathà” di Malta, sul tema “Seguitemi” (Mc 1,17). John ha esordito col dire che noi siamo stati battezzati e, perciò chiamati. Il Signore sapeva che avremmo detto “sì” e, per questo, ci ha resi conformi all'immagine del Figlio Suo Gesù, non solo come Chiesa, ma anche individualmente. Spesso noi cristiani non ci rendiamo conto di chi siamo realmente.
A differenza delle altre Religioni che cercano di incontrare Dio, solo nel Cristianesimo riscontriamo che Dio è venuto per cercarci e, quando ci trova, ci porta nella Sua Croce attraverso il Santo Battesimo donandoci la Sua potente autorità attraverso i Suoi segni. Attraverso tali segni, che il mondo ha bisogno di vedere e di cui l'Europa, che ha perso le proprie radici cristiane, ha oggi estrema necessità, il Rinnovamento Carismatico Cattolico ha aperto la strada per l'evangelizzazione fatta con la potenza di Dio. Gesù ha dato a noi, come ha fatto con Gli Apostoli ed i discepoli, il mandato di guarire gli ammalati e di cacciare i demoni e di farlo gratuitamente, come gratuitamente abbiamo ricevuto la Grazia da Dio. Anche noi possiamo evangelizzare con la potenza dello stesso Spirito Santo che abbiamo ricevuto nel Battesimo. Purtroppo abbiamo perso tale autorità ad opera del demonio, ma possiamo ritrovarla quando torniamo a Gesù. Il segreto è quello di entrare in comunione con Gesù e, come ha fatto Lui, pensare continuamente che abbiamo l'Autorità di dire “no” al peccato. Egli metterà il Suo Spirito in noi con tutta la Sua potenza, affinché possiamo ubbidire ai suoi Comandamenti. Essere cristiani significa vivere in Lui tutta la potenza e l'autorità, esercitare i Suoi talenti e i Suoi segni con la potenza dello Spirito Santo, che verrà su di noi ogniqualvolta ne avremo bisogno. E' stata incisiva la testimonianza di Ian, giovane della Comunità di John, il quale ha raccontato come Gesù ha accompagnato il suo annuncio con il segno della guarigione di un bimbo cieco dalla nascita.
In questa giornata comunitaria non poteva essere dimenticata la cara amica Simona Tronci che, in questi giorni avrebbe festeggiato il suo compleanno e, a questo proposito, ha preso la parola Antonella Tanda, membro del Consiglio Spirituale della Comunità. Ha citato alcune frasi dei diari di Simona, che esprimono eloquentemente la sua appartenenza al Signore: “Ti offro i miei ventitrè anni, perché altri Ti conoscano... dammi di guardare il Tuo volto e di consumarmi... sento dentro di me rinnovarsi la mia vita, ascolto un certo coraggio che mi fortifica...”. Antonella ha evidenziato che Simona era maestra nella preghiera del cuore: ci si sentiva trasportati dalla sua preghiera, come in un fiume in piena. Dimostrò, con la sua vita straordinaria, che la santità non è riservata ai soli Religiosi, ma è una chiamata per tutti. E, come affermò S.E. Mons. Ottorino Pietro Alberti in occasione dell'apertura dell'inchiesta Diocesana per la sua Causa di Beatificazione, “la santità è possibile a tutte le età ed a tutte le condizioni di vita”.
Nel pomeriggio, dopo la recita del Santo Rosario e vari canti di lode al Signore animati dai giovani, è intervenuto Padre Massimiliano per approfondire un altro aspetto dell'Amore: quello dell'uomo per Dio. Egli, prendendo spunto dal versetto di San Giovanni “noi abbiamo creduto all'amore che Dio ha per noi” (1Gv 4,16), ha evidenziato il ruolo fondamentale della fede: quella vissuta come stupore, la fede quasi incredula, che non sa capacitarsi di ciò in cui crede. Per il mondo è difficile capire questo e, soprattutto, per chi è stato tradito è difficile amare. Ma noi, che abbiamo sperimentato in qualche modo l'amore di Dio, anche se non lo capiamo, dobbiamo credere che Gesù ha preso dimora in noi radicandosi nel nostro cuore. Anzi, il Suo amore ci ha già invasi, palpita in noi e vuole irrompere. Se l'Amore di Dio riesce ad esplodere in noi, siamo già santi. Il nostro compito è quello di liberare questo Amore in noi e lasciarlo agire. Ci viene in soccorso lo Spirito Santo, che ci fa passare dall'Amore di noi stessi all'Amore di Dio. Come amare veramente? Non a parole, non con la lingua, ma nei fatti e nella verità. Dio non ci ha dato uno Spirito di timidezza, ma di forza. E, se Dio ci ha amato, anche noi dobbiamo amare i fratelli. Il mondo ha bisogno di vedere l'amore di Dio ma, se non sappiamo accoglierlo, che cosa possiamo dare agli altri? Padre Massimiliano ha poi posto ai partecipanti degli interrogativi utili per la riflessione personale: quando e quanto comunichiamo questo amore? Il nostro vivere è ordinato all'amore? Le nostre braccia operano al servizio dell'amore? Il nostro parlare aiuta i fratelli? La nostra vita è strumento di Dio? Il nostro corpo e il nostro tempo sono al servizio del Suo amore?Ed ha concluso invitando i convenuti a pregare per riuscire a gridare a gran voce, con la nostra vita, che eterna è la Sua misericordia e grande è il Suo amore per ciascuno di noi.
Ha poi preso la parola Giuliano Monaco, Presidente della Comunità, il quale ha evidenziato che il Signore ci ha scelti come primizia per la salvezza. La Primizia è Gesù Salvatore e noi siamo stati scelti per proseguire l’annuncio e la proclamazione della salvezza agli altri, perché tutti ne possano usufruire e beneficiare. Quale responsabilità e quale onore è l'essere primizie! Dio ha riposto in noi la Sua totale fiducia affinché trasmettiamo il Suo progetto di salvezza, di consolazione e di misericordia. Questo è il momento in cui, nella nostra società, dobbiamo essere primizia di Dio, luce splendente nei tanti ambienti in cui regnano soltanto le tenebre e la desolazione. Anche John Bonnici, nella sua seconda relazione, ha offerto all'assemblea degli spunti di crescita spirituale molto interessanti. Dio Padre cerca adoratori che lodino sinceramente e nella verità e, per questo, occorre un cuore purificato. Spesso regna in noi la mancanza di perdono, che è odio nel cuore e, dove c'è l'odio, non può agire lo Spirito. E' meglio che vada via l'odio, anche quello nascosto sotto una falsa rettitudine, anziché lo Spirito Santo. Spesso si pensa di avere persino il diritto di non perdonare, e questo è il frutto della superbia che, certamente, non va d'accordo con l'amore. Il perdono non è una emozione, ma una decisione, è dimenticare tutto il passato. Gesù ci ha perdonato ed ha dimenticato i nostri peccati ma, per ricevere personalmente il Suo perdono, dobbiamo perdonare gli altri. Soltanto dopo il perdono inizieremo a lodare e ad adorare il Signore, e sentiremo la presenza tangibile dello Spirito Santo, il quale inizia a fare cose meravigliose, perché Lui è Dio. Quando lo Spirito Santo guida la nostra vita, tutta la Santissima Trinità prende dimora in noi e Gesù diventa il Signore della nostra vita. O Gesù è il Signore di tutto, oppure non lo è affatto. C'è bisogno di rinnovare continuamente il nostro “sì” a Gesù per diventare Suoi docili strumenti ed avvicinare a Lui altri fratelli ma, per giungere a questo, la nostra fede deve crescere. La fede non è un sentimento o una sensazione, non è nella mente ma nel cuore. La fede che sposta le montagne, quella pari almeno ad un granello di senapa, viene da Gesù e, per questo, guardiamo a Lui: Egli ci darà la forza di agire nel preciso momento che Lui ha stabilito. Gesù è lo stesso ieri, oggi e sempre! Ecco perché continua a guarire la gente sulla terra, servendosi della Sua Chiesa. Noi, tutti uniti, siamo il Gesù di questo mondo e siamo chiamati ad operare con quella fede che sposta le montagne: o si crede o ci si perde.
Quando abbiamo fede in Gesù dobbiamo aspettarci grandi cose, perché il Signore vuole mostrare tutta la Sua potenza a favore della Chiesa che è ammalata, di tutti noi che siamo ammalati. Egli vuole continuare le Sue opere attraverso di noi e, per questo, ci ha fatto il dono del Suo Spirito. Se vogliamo risvegliare le coscienze attraverso il Rinnovamento, dobbiamo aprire i nostri cuori allo Spirito Santo e lasciarci condurre dove Lui desidera. E' seguita una profonda preghiera di invocazione dello Spirito Santo e del Nome di Gesù per la guarigione delle ferite, fisiche e spirituali. Vari segni e benefici hanno confermato la Parola annunciata durante la giornata e tante persone hanno testimoniato di aver sperimentato il balsamo dell'Amore di Dio e di aver ricevuto grandi benedizioni.
La Celebrazione Eucaristica è stata officiata da Padre Ignazio Melis, Consigliere Spirituale della Comunità. Nella sua Omelia ci ha ricordato che la Liturgia della Parola è destinata a compiere nel nostro cuore un altro miracolo, perché ha il potere di trasformarci. Dobbiamo cercare di ascoltare la Parola di Dio attentamente, lasciando fuori tutti i nostri problemi per poi entrare in un colloquio intimo con il Signore: essa ci trasformerà. Soltanto dopo potremo riprendere a considerare quei problemi che abbiamo lasciato a casa e riviverli con gli occhi di Cristo. Dobbiamo, perciò, riconsegnare a Dio la nostra vita e la nostra persona, riconoscendo che non ci appartiene e non abbiamo alcun diritto su di essa. E' un dono privilegiato per poter trascorrere tutto il nostro tempo in compagnia di Dio, in qualsiasi situazione ci troviamo, e rivolgerGli il nostro grazie più profondo. Al termine della Santa Messa abbiamo dedicato un prezioso spazio di tempo per ringraziare e adorare Gesù, vivo e presente tra noi. Nel segreto del nostro cuore, Gesù ci ha ricolmati di gioia ed ha rinnovato a ciascuno di noi la Sua chiamata ad essere primizia di salvezza per i nostri fratelli che ancora non Lo conoscono. Commozione, gioia e gratitudine quasi inesprimibili trasparivano dal volto di ogni fratello che si apprestava a lasciare la sala per incontrare i propri familiari e comunicare loro l'amore ricevuto da Dio in abbondanza.