Cerchiamo di crescere in ogni cosa verso di Lui
Convegno di Lode ed Evangelizzazione del 18 Marzo 2012
I membri della Comunità e dei Gruppi aderenti si sono incontrati per una nuova giornata, in occasione del Convegno Regionale, il 18 Marzo 2012 per meditare sul tema “Cerchiamo di crescere in ogni cosa verso di Lui” (Ef 4,15). Sin dal mattino presto hanno occupato i posti, desiderosi di spalancare il proprio cuore per lasciare spazio alla Parola di Dio. Sono intervenuti, quali Relatori della giornata, Giuliano Monaco, Presidente della Comunità, e Padre Elias Vella, Sacerdote ed Esorcista della Diocesi di Malta.
Dopo una intensa e gioiosa preghiera di lode al Signore, condotta dai fratelli dell'animazione e coadiuvata dalla corale, Giuliano Monaco è intervenuto in modo incisivo sulla preghiera di Effusione dello Spirito Santo che alcuni fratelli avrebbero ricevuto qualche istante dopo. Oggi abbiamo l'opportunità di invocare lo Spirito Santo su alcuni fratelli che, attraverso un seminario, si sono preparati a riceverLo, ha esordito Giuliano. L'Effusione non è un Sacramento ma, per chi si rende disponibile, è un risveglio dei doni già ricevuti con il Battesimo. Eravamo piccoli quando abbiamo ricevuto il Battesimo e la Cresima e, crescendo, abbiamo accumulato un po' di ruggine, ma ora lo Spirito Santo ha la possibilità di risvegliare in noi quei tesori che, per tanto tempo, sono rimasti assopiti. L'Effusione è una marcia in più, è quella potenza che lo Spirito Santo ci può offrire per divenire cristiani rinnovati. A partire dalla Pentecoste il cristiano, oltre che sperimentare il rispetto e l'amore nei confronti dello Spirito Santo, ha anche potuto acquisire una grande confidenza con Lui. Che meraviglia avere lo Spirito Santo che ci consola e ci suggerisce quanto il Padre vuole che noi facciamo nella nostra vita! Con la Sua venuta, lo Spirito Santo si fa spazio in noi sino a far morire il nostro “io” e trasforma la nostra persona in una creatura nuova.
Egli, quando viene invocato, infonde nell'animo delle persone prive di coraggio una forte audacia, le libera dalle catene e dalla schiavitù a cui sono legate, le guarisce e rafforza la loro fede. Lo Spirito Santo è il “postino” di Dio: è Colui che ci arricchisce dei Suoi doni e, sempre che noi siamo disposti ad accoglierLo, ci aiuta a convertirci e ad essere veri soldati di Gesù.
L'intera assemblea ha invocato con fiducia lo Spirito Santo sui fratelli della Comunità che hanno svolto il relativo seminario di formazione. Abbiamo sperimentato una nuova Pentecoste ed una gioia traboccante ci ha avvolto, rivestendoci di quell'audacia e di quel coraggio che ha condotto i primi cristiani all'annuncio del Vangelo. Si è elevato un melodioso canto in lingue ed un lungo applauso a Colui che tutto trasforma. E' stata poi data la parola a Padre Elias Vella che, così, ha commentato il tema della giornata, tratto dalla Lettera agli Efesini: Quando vediamo un bambino appena nato rimaniamo stupiti perché è una creatura meravigliosa, ma rimanere bambini non è una cosa bella. Nello stesso modo, noi che facciamo parte della Comunità da diversi anni dobbiamo domandarci se cresciamo oppure no. La nostra vita deve essere un cammino e non la sosta prolungata in un'oasi felice. Molti di noi, forse, hanno avuto una vita disordinata, ma è arrivato il momento di cambiarla e camminare. Che cosa significa camminare? Ha chiesto Padre Vella. Nei primi decenni del Rinnovamento Carismatico abbiamo sperimentato un nuovo entusiasmo per la preghiera di lode e per l'incontro vivo con Gesù ma poi, pur incontrandoci, ci siamo fermati e tutt'ora restiamo dove siamo. Ecco il bisogno di passare ad un altro livello, quello della conversione permanente. Nessuno di noi ha raggiunto la meta e, come diceva Gesù a Nicodemo, dobbiamo rinascere attraverso un Battesimo di Acqua, di Fuoco, di Sangue. La rinascita in Acqua è una purificazione ed una conversione continua, ha proseguito Padre Elias.
Non possiamo fermarci all'esperienza del Tabor, perché Gesù ci ha invitato a prendere la croce e a portarla dietro di Lui. Attraverso l'esperienza del Getzemani, insieme a Gesù superiamo la tempesta e cresciamo. Solo chi segue Gesù può portare la croce con dignità, diversamente la ritiene un ingombro o un disturbo e deve trascinarla. Il Battesimo di Fuoco è dato dallo Spirito Santo che ci dona l'energia per compiere ciò che Gesù ci chiede di fare, soprattutto quando non abbiamo la forza di procedere per la difficoltà delle situazioni che viviamo. Il nostro deve essere un cammino effettuato non con le sole forze umane, ma con la potenza dello Spirito Santo! Chi soffre da solo si ribella, si arrabbia e si scoraggia, mentre chi soffre convocando Gesù, seppur pianga lo fa con serenità e la sua sofferenza non viene tolta, ma redenta. L’uomo vecchio che vive in noi è l'uomo arrabbiato, pieno di paure e di gelosia. E’ quell’uomo ambizioso, sepolto nella lussuria, nella pornografia, alcolizzato, che non riesce a perdonare avendo un cuore duro e che cerca vendetta: è quello egoista. L'uomo nuovo è, invece, colui che ama e gioisce, quello pacifico, umile, ubbidiente, altruista, servizievole, gentile, generoso e puro. Se noi conviviamo con le nostre debolezze ed i nostri peccati e ci soffermiamo a sparlare degli altri, allora non camminiamo più con il Signore. Più cerchiamo di sostituire i nostri pensieri con quelli di Dio e più cresciamo e camminiamo. Camminare vuol dire avere il cuore di Gesù. E' un cammino che, spesso, include anche delle cadute, ma da esse ci rialzeremo col Suo aiuto.
Nel pomeriggio, dopo la recita della Coroncina alla Divina Misericordia ed un intenso momento di lode e canti di gioia, Padre Elias ha svolto un'altra Relazione sul tema “La Comunità agisce nel Nome di Gesù”.
Nella Comunità troviamo l'amore, una fede vissuta, un popolo che prega, guarisce e vive la Parola di Dio. La Comunità diviene una famiglia, un faro in mezzo al buio e alla tanta tristezza e sofferenza che ci circonda. Come Comunità siamo un popolo che cresce insieme, un popolo che cammina. Certamente non vi troviamo le cose già belle e pronte: non entriamo in essa, infatti, solo per trovare l'amore, ma per dare amore. Noi siamo coloro che edificano la Comunità e, tutti insieme, vogliamo dare il nostro piccolo contributo per realizzarne una di amore e di pace. Non è detto che non si incontrino ostacoli, anzi, sono proprio questi che ci fanno crescere. E crescere vuol dire affrontare difficoltà e contrasti, significa convivere con quelle persone che per noi costituiscono una spina nella carne. Nella Comunità si prega insieme per elevare un'unica preghiera e per offrire al Signore il problema dell’altro fratello. Ci si accorge di quanto sia matura una Comunità dall'amore che circola tra i suoi membri. Essa deve essere impregnata di fede vissuta, perché la credibilità deriva dalla testimonianza della nostra vita. Una Comunità, per essere tale, deve discernere che cosa vuole il Signore anche se, talvolta, Lui domanda cose che non appaiono logiche ai criteri umani. Per essere una vera Comunità dobbiamo diventare anche un “laboratorio” di perdono, perché siamo un corpo che è sano nella misura in cui le sue membra sono unite e sincronizzate tra loro. Le parole di Padre Elias hanno preparato i cuori dei presenti alla preghiera di guarigione, soprattutto quella interiore, affinché ogni ferita causata dalla lontananza da Gesù fosse sanata. La misericordia di Dio ha agito come un balsamo in ogni fratello che ha deciso di rispondere con fiducia alla chiamata di Gesù e ad essere a Lui fedele.
Padre Elias ha poi presieduto la Celebrazione Eucaristica e, nella sua Omelia, ha commentato le parole offerte dalla Liturgia. Davanti all'Alleanza del Signore che promette di essere il nostro Dio, di liberarci e di stare con noi, il Celebrante ci ha invitato a rinnovare il nostro patto di fedeltà a Lui senza innalzare falsi idoli nella nostra vita. La storia ci testimonia la continua infedeltà dell'uomo nei confronti di Dio e, nonostante questo, Lui, per la Sua grande compassione e misericordia, continua a richiamarci a Sé attraverso l'invio dei Suoi messaggeri, tanto spesso da noi rifiutati.
Dio ha tanto amato il mondo da mandare il proprio Figlio per salvarci: questa è la buona novella. La salvezza ci è offerta per mezzo di Gesù, ma molti non la accolgono perché preferiscono il buio alla luce. Solo Gesù può illuminare e riempire veramente il cuore.
E' stato stupendo e commovente il momento in cui, dopo la Santa Messa, il Sacerdote ha portato il Santissimo Sacramento tra l'assemblea: lo stesso Gesù di duemila anni fa ha camminato tra noi ed ha incontrato il nostro sguardo. Ha catturato tutto il nostro essere rivestendolo di misericordia e di gioia, ed ha suscitato in noi lo slancio per crescere, insieme, in ogni cosa verso di Lui.