Settimana di Preghiera per l'Unità dei Cristiani
Tutti saremo trasformati dalla Vittoria di Gesù Cristo nostro Signore (cfr. 1 Corinzi 15, 51-58)
18-25 gennaio 2012
A seguito di vari incontri di preparazione avuti insieme ai rappresentanti delle varie Confessioni Cristiane presenti a Cagliari e di un proficuo cammino di dialogo ecumenico intrapreso da tempo, anche quest'anno la nostra Comunità ha preso parte alle varie Celebrazioni svolte in occasione della Settimana di Preghiera per l'Unità dei Cristiani, svoltasi dal 18 al 25 Gennaio 2012. Sono intervenuti i responsabili della Chiesa Cattolica, Cristiana Avventista del 7° giorno, Evangelica Battista, Evangelica Luterana ed Ortodossa. Il tema generale della Settimana, “Tutti saremo trasformati dalla Vittoria di Gesù Cristo nostro Signore” (cfr. 1Corinzi 15,51-58), ci ha fatto riflettere sulla potenza trasformatrice della fede in Cristo, soprattutto in relazione alla nostra preghiera per l'unità visibile della Chiesa, corpo di Cristo. L'unità dei cristiani è un dono di Dio e la preghiera ci prepara a riceverlo e ad essere trasformati in ciò per cui preghiamo. Essa richiede la volontà di evitare ogni competizione fra di noi e, perciò, con l'aiuto dello Spirito Santo dobbiamo aprirci gli uni agli altri, offrire e ricevere i doni gli uni dagli altri, per poter entrare, così, nella grazia della nuova vita in Cristo: unica vera Vittoria.
La Settimana si è aperta con la Celebrazione Ecumenica svoltasi presso la Basilica di Sant'Elena in Quartu, durante la quale si è meditato sulle parole “Trasformati da Cristo: Colui che serve”, sull'esempio del Figlio dell'Uomo, che non è venuto per essere servito, ma per servire (Mc 10,45). L'arcivescovo di Cagliari, S.E. Mons. Giuseppe Mani, ha presieduto la Celebrazione e, nel suo intervento, ha affermato che la Chiesa è una Comunità che serve. Ogni uomo è chiamato a prestare il suo servizio con amore e umiltà, perché solo coloro che amano sanno servire e soltanto chi è umile può farlo. Anche noi dobbiamo lasciarci servire, sull'esempio di come i discepoli hanno lasciato che Gesù lavasse loro i piedi. L’Arcivescovo ha concluso il discorso evidenziando che il Signore insegna alla Chiesa l’unità: non possiamo essere uniti tra noi se non c'è l'amore che ci unisce a Lui. Nel porre al servizio dell'umanità i diversi doni che abbiamo ricevuto, rendiamo visibile la nostra unità in Cristo. E' stato significativo il contributo del Pastore della Chiesa Evangelica Avventista del 7° giorno, Gianfranco Irrera, il quale ha così esordito: Gesù non ha fatto differenza tra coloro a cui ha lavato i piedi, mentre noi scegliamo a chi lavarli. Gesù è sempre stato coerente con ciò che ha detto, anche quando due dei Suoi discepoli discutevano su chi stare alla Sua destra o alla Sua sinistra. Egli intervenne per far capire loro che non c'è alcuna differenza, non c'è primo o ultimo: tutti noi siamo nel Cuore del Signore. Spesso serviamo gli altri aspettandoci in essi un cambiamento e, non vedendo i risultati sperati, ci scoraggiamo; ma questo non è lo stile di servizio che Gesù ci ha insegnato. Gianfranco Irrera ha sottolineato che il nostro compito è quello di servire il Signore da risorti per far risorgere gli altri, ed ha concluso il suo intervento con l'augurio che Gesù ci fortifichi nella fede sino al Suo ritorno.
Di grande rilevanza è stato l'incontro svoltosi presso la chiesa Avventista sul tema “Trasformati dal Servo Sofferente”. Sull'esempio di Cristo, Servo Sofferente, i cristiani sono chiamati alla solidarietà con quanti soffrono: più ci avviciniamo alla croce di Gesù e più ci avviciniamo gli uni agli altri. A tal proposito, ha preso la parola il Pastore Avventista che ha evidenziato alcuni tipi di sofferenza vissuti da Gesù: pensiamo alla Sua condanna a morte perché malfattore e peccatore, oppure a Gesù che, da innocente, è stato condannato a morte senza aver conosciuto il peccato. Pensiamo ancora a quanto Gesù abbia sofferto per la consapevolezza che la Sua sofferenza sarebbe stata inutile, in quanto molti non Lo avrebbero accettato come il Salvatore. Cristina Arcidiacono, Pastora della Chiesa Evangelica Battista, ha commentato l'episodio del Vangelo relativo ai discepoli di Emmaus ed ha evidenziato che i due discepoli non hanno riconosciuto il Signore mentre Lui spiegava loro la Parola. Anche oggi, come allora, Gesù vuole che ciascuno di noi si lasci interrogare ed indirizzare dalla Sacra Scrittura, sino a riconoscerLo, come hanno fatto i discepoli, allo spezzare del pane. A rappresentare la Chiesa Cattolica è stato il Delegato Diocesano per l’Ecumenismo Don Mario Farci il quale, nel suo messaggio si è soffermato sul Quarto Canto del Servo di Jahvé (Is 53,3-11) in relazione alla trasformazione dell'uomo, tema principale dell'Ottavario. Perché la sofferenza trasforma l'uomo? Ha chiesto Don Mario. E come può la sofferenza di Cristo trasformare l'uomo? Se vogliamo capire chi siamo realmente, possiamo comprenderlo attraverso la sofferenza. In essa gli uomini si trovano di fronte alla verità e, nella loro tribolazione, si rivolgono a Dio per fare le loro richieste. Dio, da parte Sua, si dona a tutti gli uomini e condivide la loro sofferenza: il Signore, infatti, non è venuto per togliere la sofferenza ma per condividerla. Ha poi preso la parola la Pastora della Chiesa Evangelica Luterana Kirsten Thiele la quale, nell'esaminare il Salmo 22, ha posto in rilievo il grido al Padre di Gesù sofferente, proprio come quello di ogni uomo, ed ha affermato che, quando ci sembra che Dio tardi a rispondere, non dobbiamo desistere ma, piuttosto, morire con Gesù, poiché in Lui siamo stati battezzati.
Nella Celebrazione Ecumenica finale, svoltasi nella Chiesa di Sant'Eulalia in Cagliari, abbiamo compreso che l'amore di Dio è per ciascuno di noi e dura per sempre e, inoltre, che il mistero Pasquale rivela il Suo amore misericordioso ed eterno. Dio ci chiama ad un modo nuovo di vivere la nostra fede: una fede che supera la paura ed apre i nostri cuori alla potenza dello Spirito Santo. La Vittoria di Cristo ci invita a guardare al futuro ripieni di speranza, superando tutto ciò che ci trattiene dal condividere la pienezza di vita con Lui e gli uni con gli altri. L'unità che ci lega è un dono di Dio, una condivisione della gloriosa Vittoria di Cristo su tutto ciò che ci divide.
Testo biblico: (1 Corinzi 15, 51-58)
Ecco, io vi dico un segreto. Non tutti moriremo, ma tutti saremo trasformati in un istante, in un batter d’occhio, quando si sentirà l’ultimo suono di tromba. Perché ci sarà come un suono di tromba, e i morti risusciteranno per non morire più e noi saremo trasformati. Quest’uomo che va in corruzione, deve infatti rivestirsi di una vita che non si corrompe, e quest’uomo che muore, deve rivestirsi di una vita che non muore. E quando quest’uomo che va in corruzione si sarà rivestito di una vita che non si corrompe, e quest’uomo che muore si sarà rivestito di una vita che non muore, allora si compirà quel che dice la Bibbia:
La morte è distrutta! La vittoria è completa!
O morte, dov’è la tua vittoria?
O morte, dov’è la tua forza che uccide?
La morte prende il suo potere dal peccato, e il peccato prende la sua forza dalla Legge. Rendiamo grazie a Dio che ci dà la vittoria per mezzo di Gesù Cristo, nostro Signore.
Così, fratelli miei, siate saldi, incrollabili. Impegnatevi sempre più nell’opera del Signore, sapendo che, grazie al Signore, il vostro lavoro non va perduto