Evangelizzatori con Spirito
Convegno di Lode ed Evangelizzazione del 18 Maggio 2014
“La gioia del Vangelo riempie il cuore e la vita intera di coloro che si incontrano con Gesù”: queste prime parole dell'Esortazione Apostolica “Evangelii Gaudium” di Papa Francesco sull'annuncio del Vangelo nel mondo attuale esprimono bene il gioioso atteggiamento dei numerosi convenuti al Convegno Comunitario, svoltosi Domenica 18 Maggio 2014. Già dalle prime ore del mattino, infatti, erano tutti ricolmi di quella gioia contagiosa propria di coloro che hanno incontrato Gesù e che sono desiderosi di condividerla con i fratelli, certi di essere ricolmati, durante la giornata di Convegno, dalla potenza dello Spirito Santo per poter svolgere una efficace evangelizzazione. In tale occasione sono intervenuti, quali graditi ospiti e relatori: il gesuita Padre Carlo Colonna, Consigliere Spirituale della “Comunità di Gesù” del Rinnovamento Carismatico Cattolico, membro della Catholic Fraternity di Diritto Pontificio; Andrew Cauchi, membro del Consiglio Nazionale del Rinnovamento Carismatico Cattolico Maltese e responsabile per il ministero della musica e del canto, e Giuliano Monaco, Presidente della nostra Comunità.
I gioiosi canti di lode proposti dalla corale hanno avvolto, in un caloroso abbraccio, tutti i fratelli che prendevano posto nella sala, resa accogliente da tanti posters colorati e dai fiori profumati che coronavano il palco ma, soprattutto, dai volti sorridenti dei partecipanti. Dopo una profonda e partecipata preghiera di ringraziamento e di lode al Signore, un lungo applauso ha accolto Giuliano Monaco mentre si accostava al microfono per introdurre il tema della giornata, che è stato: “Evangelizzatori con Spirito”, tratto dall'“Evangelii Gaudium”. Nella sua interessante riflessione Giuliano ha voluto lodare il Signore per il dono di Papa Francesco che, con la sua prima Esortazione Apostolica, è riuscito a coinvolgere tanti Religiosi e laici. Il Santo Padre, ha affermato Giuliano, attraverso le sue parole davvero ispirate dallo Spirito Santo, ci parla della gioia del Vangelo che rinnova ognuno di noi e la Chiesa intera e, inoltre, dell'importanza della predicazione, strumento essenziale per la conversione e la crescita spirituale dell'uomo d'oggi. Papa Francesco ci esorta a cercare principalmente il Regno di Dio perché il resto ci verrà dato in sovrappiù e ci invita a fare attenzione al grido dei poveri, fratelli privilegiati da Gesù per il Regno dei Cieli. Il Papa, attraverso la Sua Esortazione Apostolica, ci suggerisce di redistribuire con equità l’economia e ci esorta a tutelare l’unità nella diversità spinti dall’amore, perché Cristo ha unificato tutto in Sé, cielo e terra, la nostra carne ed il nostro spirito. Egli evidenzia l'importanza del dialogo tra la fede e la scienza, oltre che di quello ecumenico ed interreligioso, affermando che laddove non vi è il dialogo regna la divisione.
Nell'"Evangelii Gaudium" il Santo Padre dedica una parte rilevante all'Evangelizzazione soffermandosi sul Kerigma, che dovrebbe avere un ruolo determinante nella Chiesa, sulla priorità dell'annuncio e della proclamazione della buona notizia sotto l'azione dello Spirito Santo e sull'esempio di Maria, ha proseguito Giuliano. Senza il Signore non possiamo evangelizzare in modo efficace: occorre invocare lo Spirito Santo, serve una nuova vita comunitaria ed una nuova conversione pastorale ed è necessario superare l'individualismo. Quando sapremo usare uno sguardo d'amore verso i problemi e le croci dei fratelli, infatti, riusciremo a sentire più leggera anche la nostra croce. Oggi più che mai, come ha affermato Papa Francesco, è necessario utilizzare nuovi metodi comunicativi, sia nel linguaggio che nel comportamento, perché dal nostro modo di vivere gli altri capiranno se siamo autentici e seri credenti. Dobbiamo essere luce accesa nel mondo affinché il Signore possa conquistare a Sé tanti Suoi figli. Siamo inoltre chiamati a rinnovare la nostra fedeltà comunitaria, perché le Comunità sono il cuore della formazione e dell'evangelizzazione. In esse è possibile ritrovare insieme, attraverso la collaborazione e l'esercizio della ministerialità, nuove risorse. Interroghiamoci: siamo un dono per la Chiesa? Ci poniamo al servizio della famiglia e della Comunità? Ci poniamo al servizio di Cristo oppure tendiamo a scappare? Se siamo in tanti a sottrarci, chi annuncerà più il Vangelo? Ha chiesto Giuliano. Con il nostro diniego la fede di tanti morirà sicuramente. Diciamo piuttosto al Signore: “eccomi, conta su di me”. Quando ogni giorno invocheremo lo Spirito Santo, riceveremo una nuova unzione carismatica e, allora, la Comunità diventerà una palestra di accoglienza, di amore, di rispetto, di umiltà e di unità. Sarà il luogo privilegiato dove potremo condividere le gioie e i dolori, dare un sorriso ed asciugare le lacrime dei fratelli. Amiamo, perciò, le nostre Comunità: esse sono palestre d'amore dove possiamo allenarci per irrobustire la nostra fede e crescere nella carità fraterna. Nella Comunità impariamo a contagiare l'amore di Cristo ad ogni fratello che incontriamo e, così, formati e fortificati dallo Spirito Santo, potremo rispondere al mandato di Cristo che ci invia nel mondo ad annunciare il Suo Vangelo. Faremo come gli Apostoli che, dopo aver condiviso una vita comunitaria nel Cenacolo, da lì uscirono per evangelizzare.
La seconda relazione della giornata sul tema “La potenza della lode e del canto” è stata svolta dal laico Andrew Cauchi, il quale ha evidenziato che siamo stati creati e modellati proprio per cantare e dar lode al Signore. Non è importante come conduciamo la lode e l’adorazione, non è come suonare un pianoforte e neppure come dare il ritmo ad una batteria. La lode e l’adorazione non dipendono dal modo con cui eseguiamo il canto, ma da un qualcosa di più profondo.
Ricorderete senz’altro l’episodio della Samaritana al pozzo di Giacobbe che a mezzogiorno incontrò Gesù, il quale le chiese: “dammi da bere”. In quell’occasione Gesù si soffermò a parlarle dell’adorazione quando le disse: “Credimi, donna, è giunto il momento in cui né su questo monte, né in Gerusalemme adorerete il Padre... è giunto il momento, ed è questo, in cui i veri adoratori adoreranno il Padre in Spirito e Verità; perché il Padre cerca tali adoratori” (Gv 4,21-24).Questo cercare di Dio significa che manca la gente che adora il Padre in Spirito e Verità. Oggi fratelli, ha continuato Andrew, rivolgiamoci al Padre e diciamoGli che vogliamo essere noi quella persona che Lo adora in Spirito e Verità, e sperimenteremo la Sua potenza. Tale adorazione spinge l'uomo ad uscire dal suo comodo modo di essere per andare incontro ai fratelli che sono nel bisogno ed a sporcarsi le mani nel soccorrerli, come più volte ci ha esortato Papa Francesco. O abbiamo forse intenzione di rimanere comodamente seduti? Noi siamo quelle persone che Dio sta cercando per adorarLo e amarLo attraverso coloro che abbiamo accanto e, per essere tali, abbiamo bisogno del conforto, del sostegno e della presenza dello Spirito Santo. Prendiamo la decisione di lodare il Signore con tutto il nostro cuore, con tutta la nostra mente e con tutte le nostre forze, perché Lui è degno della nostra lode. Certo, questo potrà essere faticoso, ma niente deve impedirci di lodarLo. Quando dal nostro canto scaturiranno la lode e l'adorazione, le persone potranno notare quanto amiamo il Signore e saranno incoraggiate anch'esse a dare la vita per Lui, perché l’adorazione è contagiosa. Ha poi preso la parola Padre Carlo Colonna per svolgere una relazione sul tema: "Ma voi restate in città, finché non siate rivestiti di potenza dall'alto" (Lc 24,49). Con questa parole, ha esordito Padre Carlo, Gesù annuncia ai Suoi Apostoli la venuta dello Spirito Santo che li avrebbe sostenuti nell'evangelizzazione del mondo. Parla loro dello Spirito Santo come di una potenza nuova che non sarebbe venuta dal basso ma dall’alto.
E dopo la Pentecoste, lo Spirito Santo manifestò davvero la Sua potenza attraverso gli Apostoli, come il sole che illumina il mondo. Tale potenza non dimora solo sugli Apostoli, ma su tutta la Comunità Cristiana, su tutti i battezzati, su ognuno di noi, se siamo obbedienti e docili allo Spirito Santo. Noi siamo i destinatari di questa potenza e, quando viene effusa su di noi, essa si adegua alle nostre capacità. Ecco perché dobbiamo crescere in apertura di cuore: è questo che rinnova i fedeli. Il cristiano perfetto ha tutte le porte aperte alla potenza dello Spirito Santo e non tiene tale grazia per sé ma la condivide con i fratelli della Comunità. Quel “restate in città” detto da Gesù è un invito a crescere nella Comunità, dove lo Spirito Santo ci trasforma, ci edifica e ci corrobora con la Sua potenza. Lo Spirito Santo, infatti, crea un “noi”, perché l' “io” è Cristo. Egli crea la Comunità, dove chi ha di più dona a chi ha di meno. Lo Spirito Santo ci rende un “noi ecclesiale”. Quando lo Spirito Santo viene dentro di noi e nei nostri fratelli, Egli si manifesta come una sorgente di acqua viva e la Sua azione potente, invocata con la preghiera, ci condurrà nell'adempimento della nostra missione, quella di evangelizzare ogni uomo.
Dopo le parole di Padre Carlo la Comunità ha voluto rinnovare la sua Consacrazione a Maria Santissima, proprio nel mese a Lei dedicato, consegnando alla Sua intercessione ogni proposito di amare e lodare il Signore e di essere docili strumenti dello Spirito Santo per una efficace evangelizzazione.
Il pomeriggio è cominciato con la recita del Santo Rosario e la preghiera di lode che, grazie ai canti gioiosi eseguiti con maestria dalla corale, si è elevata leggera sino al cuore di Dio. La successiva relazione è stata svolta da Andrew il quale, nell'approfondire ulteriormente il tema del canto e della lode al Signore, ha così esortato l'assemblea: Quando non riuscite a lodare il Signore con potenza, pensate alle cose belle che il Signore ha fatto nella vostra vita, ricordate il primo amore con Lui e cominciate a lodarLo e benedirLo... vi sarà più facile. Il Signore ci chiede di accostarci a Lui e di adorarLo in Spirito e Verità e, per far questo, occorre da parte nostra l'onestà, la purezza dei pensieri, l'altruismo e l'amore. Tali principi, vissuti in modo decisivo e totale, ci aiuteranno a ricevere la grazia della santità e l'abbraccio di Dio. A questo siamo chiamati. Se vogliamo adorare il Padre in Spirito e Verità, dobbiamo avere una conoscenza chiara di chi è Dio e trascorrere del tempo con Lui per diventare Suoi amici, partecipi di un'intima e profonda amicizia con il Signore.
Più cresciamo nella conoscenza di Dio, più desideriamo adorarLo; più desideriamo adorarLo e più vogliamo amarLo; più lo amiamo e più vogliamo stare con Lui per adorarLo in Spirito e Verità. La nostra vita diventerà, così, una continua adorazione che ci rinnoverà di giorno in giorno. Il Rinnovamento deve ritornare al primo amore e innamorarsi nuovamente di Gesù, perché Dio vuole compiere in noi e attraverso di noi qualcosa di nuovo. Siamo pronti e disponibili? E’ la gloria del Signore che ci trasforma! Ha esclamato Andrew. Potrà capitarci di dimenticare che siamo al servizio del Signore e cadere nella trappola della routine e dell’abitudine, perdendo così l’entusiasmo iniziale, ma Dio corregge chi ama e Lui ci ama davvero. Egli desidera che, in quei momenti di fragilità, noi rialimentiamo il fuoco del Suo amore, quello che abbiamo sperimentato il giorno dell'effusione. I fiori che si aprono al mattino e si chiudono alla sera fanno la volontà di Dio e noi, che siamo il culmine della creazione di Dio, siamo chiamati a lodare con tutto il cuore Colui che ci ha portato dalle tenebre alla luce. Con questa consapevolezza la nostra lode scroscerà dal nostro cuore come un fiume in piena e saremo credibili testimoni del grande amore con cui Dio ci ha amati. Andrew ha concluso il suo intervento con un canto che lui stesso ha composto durante la sua preghiera personale di lode e adorazione. Un lungo applauso dell'assemblea ha voluto esprimere la condivisione dell'insegnamento ricevuto da Andrew e l'impegno a fare della propria vita un inno di lode al Signore capace di contagiare Cristo ai fratelli.
E' giunto poi il momento di ascoltare Padre Carlo Colonna che ha svolto il tema: “E questi saranno i segni che accompagneranno coloro che credono: nel mio nome scacceranno i demoni, parleranno lingue nuove, prenderanno in mano i serpenti e, se berranno qualche veleno, non recherà loro danno, imporranno le mani ai malati e questi guariranno” (Mc 16,17-18). In questi versetti riportati dal Vangelo di San Marco, ha asserito Padre Colonna, notiamo che Gesù passa il testimone dell’evangelizzazione ai Suoi Apostoli ed essi, dopo aver ricevuto la potenza dello Spirito Santo, diventano annunciatori di Gesù, l'unico Salvatore e vincitore. In Cristo vittorioso compiremo l’opera missionaria che Cristo ci ha affidato e saremo vittoriosi sino a quando staremo uniti a Lui. Da noi uscirà la potenza di Dio che si manifesterà come la Sua opera attraverso di noi, opera di salvezza e di vittoria. Non ci faranno più del male i veleni che il mondo ci propina e, nel Nome di Gesù e con il potere dello Spirito Santo sapremo guarire ogni sorta di malattia.
La nostra fede in Cristo ci aiuterà a vincere il mondo. Due atteggiamenti negativi potranno però ostacolare il conseguimento di tale vittoria: una fede presuntuosa e una fede timida. La fede, infatti, ci viene donata non per compiere le opere che noi desideriamo, ma quelle che Dio vuole e, quando i Suoi progetti soprannaturali si realizzano per mezzo nostro, la lode va tutta a Dio e non a noi. Inoltre, se la fede diventa una professione intellettuale piuttosto che operativa e prevale in noi la timidezza come quella dei discepoli di Emmaus, Dio non potrà agire attraverso di noi. Dobbiamo evitare, perciò, sia la presunzione che la timidezza ed avere una salda fede nel Signore. Sia che dormiamo, sia che vegliamo, tutto dobbiamo fare nel Nome di Gesù: questo renderà possibile anche le cose straordinarie. Avremo un modo nuovo di parlare e di agire, imporremo le mani ai malati e questi guariranno: saranno i segni che accompagneranno la nostra opera missionaria chiesta da Gesù. Al termine del suo insegnamento, Padre Carlo ha introdotto la preghiera di guarigione invitando i presenti a lodare Dio indipendentemente dai carismi che Lui vorrà donarci e senza chiedere grazie particolari, perché il Padre sa di quali cose abbiamo bisogno. Ha precisato che, soltanto dopo la nostra lode fiduciosa, il Signore donerà abbondanti guarigioni e benedizioni e la nostra bocca si aprirà per ringraziarLo incessantemente per le meraviglie da Lui compiute. I partecipanti hanno accolto con gioia le parole di Padre Colonna e, dopo aver elevato al Signore una lode intensa e profonda, hanno potuto ammirare i Suoi tanti prodigiosi benefici spirituali e fisici, anche al di là delle aspettative di ciascuno. E' scaturito uno scrosciante applauso ed un ringraziamento corale al Signore per ciò che ha compiuto in mezzo all'assemblea riunita nel Suo Nome. La Celebrazione Eucaristica è stata presieduta da Padre Carlo che, durante l'omelia, si è soffermato sul brano di Vangelo proposto dalla Liturgia, dove Gesù ci parla del Suo intento di prepararci un posto nei Cieli presso il Padre. La missione di Gesù nei nostri confronti è molto vasta, ha evidenziato il gesuita, e si potrebbe dire che il salire al Padre ne rappresenta il culmine, la vetta. Quando scaliamo una montagna, la vetta è l’ultima tappa che raggiungiamo, ma tutto è ordinato al raggiungimento di essa; allo stesso modo la missione di Gesù sulla terra è finalizzata alla Sua beatitudine, quella di stare insieme al Padre Suo.
Gesù ci ha detto che presso il Padre ci sono molte dimore e che sarebbe andato a prepararci un posto. Una volta preparato, sarebbe ritornato per portarci con Sé, intendendo con questo non soltanto il momento in cui moriremo, ma anche quello in cui il Signore tornerà per prenderci tutti e portarci nella dimora Celeste. Al termine del Convegno tutti i presenti erano ricolmi di consolazione e di gioia per aver gustato le meraviglie di Dio in mezzo al Suo popolo. L’ascolto della ricca Parola di Dio e la lode, che durante la giornata si è elevata frequentemente al Signore, hanno rafforzato la fede e rinnovato la fiducia in Lui. Lo Spirito Santo ha corroborato con la Sua potenza ogni cuore stanco e affaticato e nessuno dei partecipanti è andato via dalla sala a mani vuote: ogni fratello ed ogni sorella ha ricevuto il mandato di annunciare con forza e coraggio l’amore di Dio attraverso una gioiosa evangelizzazione fatta nel Nome di Gesù e sotto la guida dello Spirito Santo.