Sii forte... e spera nel Signore
Convegno di Lode ed Evangelizzazione del 18 Ottobre 2015
E' sempre sorprendente vedere quanti figli il Signore raduna affinché possano abbeverarsi alla fonte della grazia e sfamarsi con la sua Parola, sempre nuova, vivificante e santificante. Sono giunti in tanti, infatti, al Convegno Comunitario che si è svolto Domenica 18 Ottobre 2015, per riflettere e pregare sulla Parola: “Sii forte... e spera nel Signore” (Sal 27,14).
Sin dai primi momenti della giornata si sono elevati dall’assemblea lodi e canti meravigliosi al nostro Dio, per benedire ed esaltare la Sua presenza tra noi e, dopo una coinvolgente e profonda preghiera carismatica ed una intensa invocazione della presenza dello Spirito Santo, ha preso la parola Don Alejandro Festa, che ha svolto il tema “Accetta quanto ti capita, sii paziente nelle vicende dolorose, perché con il fuoco si prova l'oro, e gli uomini ben accetti, nel crogiolo del dolore” (Sir 2,4-5). Tutto ciò che viene dall'esterno contamina il nostro essere, inquinando il nostro animo e la nostra stessa esistenza e, anche se non ce ne rendiamo conto, fa svanire la pace dai nostri cuori. Gesù è la vera pace! Ma questo, purtroppo, lo scordiamo spesso e anche noi carismatici, dopo un cammino di anni nei gruppi e nelle comunità, sperimentiamo di perdere la pace e viviamo il deserto del cuore! Don Alejandro ha poi interrogato l'assemblea con queste parole: questo è forse avvenuto perché abbiamo affidato le nostre sicurezze a situazioni sbagliate? Magari quelle che il mondo contaminato e seducente ci offre continuamente? O forse abbiamo usato il nostro Dio Onnipotente e Santo come siamo abituati a fare con le cose di questo mondo... un Dio “usa e getta”? Egli, citando il pensiero di un filosofo e sociologo polacco, studioso della dinamica delle popolazioni, dell'esistenza degli uomini e delle loro relazioni, secondo il quale il mondo è ormai diventato irrimediabilmente “liquido”, ha proseguito con queste parole: in realtà, tutto ciò che nell'età moderna era realmente una solida e affidabile costruzione, in questa epoca, invece, si è come dissolto e liquefatto. Infatti, viene definita “liquida-moderna” una società in continuo cambiamento... Ciò che oggi è moderno e innovativo, domani sarà già una cosa vecchia e superata. La nostra è una società avida, ingorda e consumistica, gli uomini diventano nevrotici perché non riescono ad assimilare questi cambiamenti repentini e incessanti. Siamo schiavi di internet e del cellulare e il mondo del web ci sovrasta!
Ne consegue che ci chiudiamo in un mondo virtuale ed individuale, perdiamo l'abitudine al dialogo e, quando ci si incontra, quasi non sappiamo parlare tra noi e neppure guardarci negli occhi. Il prodotto di questa liquefazione è un individuo afflitto dalla solitudine, egocentrico ed egoista. La stessa liquefazione che cancella la pietà, porta allo smarrimento ed allo stordimento tra il vuoto esterno e il deserto interiore. Il relatore ha proseguito pronunciando le parole che Gesù ci ha detto: “Voi non siete di questo mondo”. Ma non sarà forse che stiamo cercando la felicità su questa terra? Sarebbe una situazione devastante. Come San Paolo e Sila furono incatenati e imprigionati, ha continuato Don Alejandro, così la nostra mente è come incarcerata: prevalgono in noi solitudine, insofferenza, pensieri negativi. Situazioni, queste, che ci fanno ammalare psichicamente e persino nel corpo. Paolo e Sila, nella loro situazione di carcere, pieni di Spirito Santo, anziché stare a lamentarsi, mettendo in dubbio l'esistenza di Dio, lodavano il Signore e gioivano anche per quella sofferenza, perché era vissuta con Gesù, Colui che è più grande di quelle catene. Sappiamo di avere un Dio che sente, che vede e parla! Ha proclamato con uno slancio travolgente Don Alejandro. Egli si compiace di relazionare con noi, con la profondità del nostro cuore che Egli vede e conosce chiaramente. Il nostro Dio ci salva, quando Lo invochiamo. Dobbiamo riprendere a confidare nella Provvidenza di Dio, e questa fiducia sarà per noi una potenza che ci consentirà anche di spezzare le catene di altri fratelli, come è avvenuto per Paolo e Sila quando, grazie al terremoto, la porta del carcere si è aperta anche per gli altri prigionieri. Se vogliamo uscire dalla prigione della nostra mente e diventare anche noi collaboratori di Dio, dobbiamo ascoltare la Sua voce. Nel Rinnovamento abbiamo sperimentato una relazione personale con il nostro Dio e, quando invochiamo lo Spirito Santo, il Signore ci parla e il nostro cuore si spalanca alla lode, permettendoci di riconoscere la Signoria di Dio nella nostra vita. Spostiamo, perciò, l'attenzione della nostra mente e del nostro cuore dai problemi che ci assillano alla lode!
Dobbiamo entrare nella nostra stanza e lodare il Signore, perché la lode è una potente preghiera di guarigione e di liberazione. Noi siamo stati scelti ad essere discepoli del Signore, ad essere portatori di speranza e ad accettare con pazienza quanto ci capita, sicuri che Lui ci sosterrà, perché nel crogiolo si prova l'oro. Non si tratta di un atteggiamento di rassegnazione, ma di gioia fiduciosa per proclamare con la nostra vita la volontà del Signore. Nel suo secondo intervento, Don Alejandro si è soffermato sul tema “Spera nel Signore, sii forte e spera nel Signore” (Sal 27,14), specificando che la preghiera spontanea e sincera non è quella fatta di formule da recitare, bensì quella che apre il cuore alla maestà di Dio e alla Sua tenerezza di Padre, vivente e amorevole, che ascolta i nostri gemiti ma, soprattutto, che accoglie la nostra lode come incenso profumato! Nel Rinnovamento Carismatico abbiamo imparato la necessità e l’urgenza della guida dello Spirito Santo, così come la Chiesa stessa ne ha un continuo bisogno. Abbiamo scoperto il Battesimo nello Spirito che ci ha fatto uscire dalla contaminazione dell'uomo vecchio e ci ha introdotto nella vita nuova, per camminare docilmente sotto la guida dello Spirito Santo. Ne abbiamo sperimentato tutta la bellezza e la potenza ma, spesso, riprendiamo a far riemergere in noi le opere dell'uomo vecchio, anziché perseverare nella vita nuova dello Spirito. Ci dimentichiamo che la vita spirituale è un continuo cammino di crescita e riprendiamo ad adeguarci alla mentalità corrente del mondo, il quale pone la propria sicurezza nelle cose che non contano e svaniscono presto! E, purtroppo, questo tipo di cultura ha rubato la speranza persino ai giovani!
E' stata significativa questa esortazione di Don Alejandro: non può rimanere celata la nostra vita nuova nello Spirito Santo, i suoi frutti devono essere ben visibili come segni della presenza di Dio che agisce in noi. Se viviamo questa dimensione carismatica, non saremo portati a soddisfare i desideri della carne, perché la carne ha desideri contrari a quelli dello Spirito: queste cose si oppongono a vicenda. Quando viviamo in comunione con Gesù e sotto la guida dello Spirito Santo abbiamo il tesoro più grande, che sarà per noi fonte sublime di benedizione. Potremo, allora, affidare al Signore i nostri problemi e le nostre malattie e sarà Lui a prendersene cura, donandoci la guarigione spirituale e fisica. Per questo è importante riappropriarci delle cose che provengono dallo Spirito Santo e, soprattutto, della speranza! Sperate nel Signore, siate forti! ha concluso Don Alejandro. Quando conduciamo la nostra vita alla presenza di Dio, diventiamo realmente portatori della vera Speranza!
Nel pomeriggio Giuliano ha presentato il cantautore carismatico Albino Montisci che, dopo diversi anni, è tornato tra noi per ravvivare la gioia e la lode nella nostra Comunità attraverso uno splendido concerto. Autodidatta di origini Sarde, Albino ha acquisito una grande popolarità nel mondo attraverso una carriera ricca di concerti e tours che dura da oltre trentacinque anni. Ha debuttato in Svizzera, Belgio, Francia, Germania, Spagna, Olanda, Gran Bretagna, Finlandia, Svezia, Polonia, Slovacchia, Repubblica Ceca, Austria e in varie altre Nazioni, ed ha inciso diversi lavori discografici. Un grande sostegno nella composizione di alcuni suoi testi gli giunge dalla moglie Cinzia, che è pienamente sintonizzata con tale ministero musicale. Spesso anche i suoi figli suonano nella sua Band con grande successo.
Tra un canto e l’altro, ad Albino non sfugge l’occasione di annunciare, in modo appassionato, il grande Amore di Dio. In questo modo conduce chi lo ascolta a riflettere sulla vita spirituale e soprattutto a saper cogliere che nulla avviene per caso nelle nostre vicende quotidiane, ma che c’è un Dio d’Amore capace di intessere un progetto meraviglioso nella vita personale di ciascuno. Anche il concerto di Domenica è stato una coinvolgente testimonianza di fede espressa attraverso la musica ed il canto. Con il suo ricco repertorio di canti cristocentrici ci ha condotti dolcemente alla lode e all'esultanza dinanzi alla presenza di Dio.
Sin dalle prime note della chitarra di Albino, si è percepita una grande gioia, un travolgente entusiasmo con applausi e danze e un rinnovato amore per il Signore: note melodiose che sono salite sicuramente al Cielo ed hanno commosso il cuore di Dio.
La Celebrazione Eucaristica è stata presieduta da Don Alejandro il quale, nella sua Omelia, ha continuato a proporre edificanti riflessioni. “Sii forte e spera nel Signore” è l'esortazione ricorrente che il Signore ci sta facendo in questa giornata di Convegno. Ma, quando l'essere forti è solo uno sforzo umano, piuttosto che un dono di Dio, sappiamo che con le sole nostre forze arriveremo fino ad un certo punto. E' Lui il nostro Salvatore! Beati noi quando crediamo pur non avendo visto! E quale grande conforto ci viene dal docile abbandono a Dio! Se abbiamo deciso di confidare in Lui, quando torneremo nelle nostre case, molto probabilmente, vi ritroveremo i problemi di prima, ma, in compenso, abbiamo ricevuto tutto ciò che ci serve per poterli affrontare.
E, quando dovesse riaffiorare in noi la tentazione di lamentarci davanti alle difficoltà, fidiamoci di Dio e fissiamo il nostro sguardo su di Lui... apriamo il nostro cuore e le nostre labbra alla lode perché solo Lui è degno di lode. Al termine della Santa Messa Don Alejandro ha condotto la preghiera di guarigione, affidando al Signore ogni malattia, spirituale e fisica. Il sorriso, la gioia e la speranza trasparivano e traboccava dai volti dei convenuti, segno che il Signore ha operato grazia su grazia, toccando e guarendo le ferite di ciascuno con il balsamo del Suo amore. Al termine della giornata, mentre ci si accingeva a lasciare la sala per raggiungere gli autobus e far rientro nelle località di provenienza, i partecipanti continuavano ad intonare canti di gioia e di benedizione, grati al Signore per le meraviglie da Lui compiute. I saluti finali e gli abbracci scambievoli erano accompagnati da un “arrivederci”, nella certezza di una prossima occasione di incontro fraterno alla presenza del Signore.