Dio è per noi rifugio e forza
Convegno di Lode ed Evangelizzazione del 23 Ottobre 2016
Domenica 23 Ottobre 2016 ci siamo ritrovati per una giornata di lode e formazione spirituale sul tema “Dio è per noi rifugio e forza” (Sal 46,2). Molti i fratelli convenuti, chiamati dallo Spirito Santo per ascoltare la Parola di Dio. Parola che, se annunciata con purezza di cuore, compie quello che dice e si fa strada quando trova nel cuore delle persone che ascoltano anche solo un minimo spiraglio per accoglierla e metterla in pratica. I fratelli convenuti sono stati accolti dai canti e gli inni condotti dalla bravissima corale e dai fratelli dell’animazione della preghiera, che si sono fatti davvero guidare dallo Spirito Santo per predisporre i cuori di tutti alla grazia di questa speciale giornata.
Dopo i gioiosi canti che sono saliti a Dio come soave profumo ed hanno commosso il Suo Cuore di Padre, ha preso la parola il laico Maltese Ivan Laferla sul tema “Torna, Israele, al Signore Dio tuo, perché sei caduto per la tua iniquità” (Os 14,2-5), il quale ha asserito che il Signore, nonostante il Suo popolo Gli abbia spesso voltato le spalle, ha sempre manifestato la Sua fedeltà facendo il primo passo. Così il Signore fa nei nostri confronti: è sempre fedele e non ci priva della Sua Misericordia. Ecco perché oggi il Signore ci chiede di tornare a Lui per poter assaporare nuovamente il Suo abbraccio. I motivi per cui ci siamo allontanati da Lui possono essere molteplici e, per individuarli, occorre che ciascuno esamini il proprio cuore.
Per agevolare tale esame di coscienza, Ivan ha posto degli interrogativi su cui riflettere: Carissimo, ti sei forse voltato indietro come la moglie di Lot abbandonando la Comunità? O ti sei stancato oppure ti sei dimenticato delle grazie che là hai ricevuto nella Comunità? O non ascolti la voce del Signore? Nutri forse del risentimento verso gli altri? Secondo te ora dove si trova Dio nella tua vita?
Spesso siamo portati a dire: “Dio mi ha dimenticato o ci ha dimenticato”. Il motivo di questo sbagliato convincimento potrebbe essere il fatto che molti di noi preferiscono camminare con le sole loro forze oppure tenere una gamba nella luce e l’altra nel buio, pur sapendo che la strada del Signore è una sola: la via stretta, via di sola Luce. E’ la grazia di Dio a darti la forza! Egli è fedele per sempre e rialza chi è caduto. Il Signore ristora i cuori affranti e fascia le ferite. Ti guarirà e tu ritornerai a sedere alla Sua ombra. Sì, Egli vuole che riceviamo nuove forze, la Sua pace e la Sua gioia. Fratello, se vuoi essere trasformato, devi avere il coraggio di cambiare la tua vita e Lui verrà veramente a salvarti. Sicuramente Lui ti sta invitando a cambiare in meglio. Solleva perciò il tuo sguardo verso il Cielo, guarda lassù e sarai raggiante perché Dio ti ricolmerà di grazia e ti rinnoverà il Suo amore. Poi non allontanarti più da Lui, sii costante nella tua fede e nel frequentare la tua Comunità, e potrai continuare ad avvertire la Sua presenza attraverso i fratelli, la Comunità e la Chiesa.
Ha poi preso la parola Padre Andrea Manca che si è soffermato sul tema “Sarò il vostro Dio e voi il mio popolo” (Lv 26,12) ed ha asserito che Dio ha stabilito un’alleanza con il Suo popolo e, perciò, non lo abbandona mai, ma cammina insieme a lui per manifestare Se Stesso agli uomini insieme al disegno che ha per loro. Perché Dio lo fa? Il Suo desiderio più grande è quello di voler santificare e salvare gli uomini, che non possono salvarsi da soli. Ora entriamo in una dimensione spirituale e vediamo come è nata la Nuova Alleanza, ha continuato Padre Andrea. In Cristo nasce il popolo di Dio, la Chiesa, che ha il fine di salvare la nostra anima.
Con il Battesimo diventiamo membra vive della Chiesa, perché da lì siamo nati e, in quanto battezzati, oggi abbiamo tutti la possibilità di entrare nel Cuore di Cristo. Riferendosi a Simona, Serva di Dio, ha proseguito: Simona parla della Chiesa che nasce dal costato di Cristo, parla della sua Comunità, e ciò che lei dice va interiorizzato. Il 4 ottobre del 1979 Simona scrisse: “Quando ti hanno aperto il costato, o mio Signore, hanno aperto la porta dei poveri, degli umiliati, dei senza tetto, degli sfruttati, dei perseguitati, degli affamati, dei lebbrosi, dei vagabondi, degli storpi, degli incapaci, dei rifiutati. Tutto ciò che l’uomo ha disprezzato Tu l’hai accolto”. Con queste parole Simona anticipa ciò che sta avvenendo con i rifugiati e clandestini di oggi. La Chiesa non è quella dei bravi che stanno sempre a criticare nel vedere quelli che entrano ed escono. Oggi c’è la Chiesa degli umiliati, di coloro che non hanno la forza nemmeno di tendere la mano. Simona, il 2 febbraio 1980, scrisse ancora: “Signore, forse non avevo capito bene la tua volontà. Ma ora so cosa Tu vuoi da me, Gesù... Dammi ancora tempo per ricostruirmi”. Sì, chiediamo anche noi al Signore di darci altro tempo per ricostruirci, perché questo è un tempo favorevole per noi. Dio legge il nostro cuore, la nostra mente e attende che Gli chiediamo di togliere da noi la radice della menzogna e della confusione, rivestendoci con la Sua grazia.
In un’altra frase del diario della Serva di Dio, scritta il 13 Settembre 1979, possiamo osservarla carica di una grande carità: “Parliamo di Comunità, ma nel nostro cuore piangiamo le stesse lacrime, soffriamo le stesse sofferenze? Simona, attraverso queste parole, ci insegna che anche noi siamo chiamati a gioire con chi gioisce, a piangere con chi soffre, e che la Comunità ha senso quando si raccolgono le lacrime dei fratelli e ci si rattrista per la sofferenza degli altri.
La Comunità deve camminare con Dio facendo un ulteriore passo, ha proseguito Padre Andrea, quello di riconoscere il camminare di Dio in mezzo a noi e di ascoltare le parole che ci rivolge. Ecco perché è importante ascoltarLo insieme alla Comunità che è riunita nel nome di Gesù, nella vera unità: in questo modo comprenderemo sempre di più la Sua volontà, come faceva Simona.
Al termine della mattinata Antonella Fois ha comunicato all’assemblea che il 16 luglio 2016, Festa della Madonna del Carmelo, la Comunità ha vissuto un evento che stato motivo di grande gioia: nella Cattedrale di Cagliari, infatti, si è svolto il Rito di chiusura del Processo di Beatificazione della Serva di Dio Simona Tronci, presieduto dall’Arcivescovo di Cagliari Mons. Miglio.
La sessione pomeridiana è ripresa con la recita del Santo Rosario e l’Adorazione. Non appena Padre Andrea ha posto sul trono dell’altare Gesù Eucarestia, ci siamo prostrati al cospetto di Gesù, vivo e presente in quell’Eucarestia. In quei momenti di intimità profonda con Gesù sgorgavano dal cuore parole di ringraziamento e preghiere fiduciose come queste: Grazie Signore perché esisti, ci stai abbracciando, stai fasciando le nostre fatiche, le stai ungendo con il balsamo del tuo amore. Stai tergendo ogni lacrima. Ci affidiamo a Te, o Signore, in tutte le situazioni. Ti affidiamo il nostro cammino che vogliamo fare insieme a Te. Tu non ci fai deviare e siamo sicuri che dove ci porti Tu è un luogo sicuro e saldo...
Dopo alcuni canti di lode e di esultanza condotti dalla Corale e da Ivan, sono state molto interessanti le parole del Presidente della Comunità Giuliano Monaco: quante meraviglie abbiamo contemplato oggi ad opera del Signore, che è qui presente in ognuno di noi! Lui ci sta ricostruendo perché ha visto che abbiamo il cuore a pezzi e ci sta rivolgendo il Suo accorato invito: “Torna, Israele, al Signore Dio Tuo”.
Sì, fratelli, facciamo nostra questa esortazione di Dio! Ha proseguito Giuliano. Il verbo “torna” o “ritorna” indica che ci siamo allontanati dal Signore oppure che ci siamo distratti dalla strada che Lui ci ha indicato. La vera via, infatti, è una sola, e sbagliamo quando ne intraprendiamo una parallela. “Torna al Signore” è un invito personale alla conversione, al convergere verso Dio per incontrarLo e far parte del Suo amato popolo. Lui si offre a noi come guida offrendoci le necessarie cure, le grazie di cui abbiamo bisogno e la Sua protezione, perché ci ama e ci ha scelti per essere Suo popolo. Accogliamo l’incoraggiamento di Padre Andrea ad andare incontro ai poveri in spirito: con la nostra gioiosa testimonianza saremo capaci di donare Dio agli altri contagiandoli con la nostra fede.
Un grande applauso da parte dell’assemblea ha voluto significare l’accoglienza della Parola ascoltata e l’impegno a metterla in pratica. Successivamente è stato dato il microfono a Ivan per proseguire il suo intervento sul tema odierno.
Dobbiamo innamorarci della Parola di Dio, perché la Parola è sempre viva! Ha esclamato Ivan. La Parola che abbiamo ascoltato ci parla di Colui che dato origine ad ogni cosa e deve essere lampada dei nostri passi e luce del nostro cammino. Il Salmo 46 ci dice: “Dio è per noi rifugio e forza. Aiuto sempre vicino nelle angosce. Perciò non temiamo se trema la terra, se crollano i monti nel fondo del mare…” La parola “Rifugio” la si trova in tanti versetti della Bibbia, è una affermazione ricorrente che ci viene in soccorso soprattutto nei momenti in cui abbiamo bisogno di un incoraggiamento. Pensiamo al Salmo 57 dove possiamo leggere: “Pietà di me, pietà di me, o Dio, in Te mi rifugio; mi rifugio all’ombra delle Tue ali finché sia passato il pericolo”.
E’ nella Parola di Dio che troviamo il coraggio e il conforto per andare avanti quando siamo nella prova e rischiamo di perdere fede, e da essa attingiamo forza necessaria, come afferma il Salmo 117: “Mia forza e mio canto è il Signore”. Dobbiamo credere nella Parola di Dio e avere fede in Cristo, come quella donna che aveva perdite di sangue e diceva: “Se riuscirò soltanto a toccare il lembo del suo mantello sarò guarita”. E’ fondamentale fare il passo verso il Signore e lasciarci avvolgere dalla Sua Grazia, perché Gesù ha il potere di guarirci in ogni momento, come è avvenuto per i dieci lebbrosi che, fermatisi a distanza, gridarono: “Gesù, abbi pietà di noi” e vennero guariti durante il cammino, mentre si recavano dal Sacerdote, così noi possiamo fare esperienza di guarigione nel cammino Comunitario e, una volta ricevuta la grazia, restate accanto ai fratelli della Comunità e testimoniate l’amore che Dio ha riversato nella vostra vita, diversamente la fiamma che è stata accesa in voi può affievolirsi in un istante come avviene per i pezzi di carbone quando stanno distanti uno dall’altro. All’interno della Comunità dobbiamo essere pietre vive per poter donare la grazia ricevuta ai nostri fratelli. Non dobbiamo somigliare al Mar Morto, che è così perché riceve acqua dalle montagne ma è senza uscita, ristagna. Molte volte, infatti, andiamo in Comunità solo per ricevere, o per sentire ciò che noi vogliamo sentir dire oppure per cercare la guarigione anziché cercare il Signore della guarigione.
Nella Comunità troviamo l’accoglienza dei fratelli e possiamo condividere l’Eucarestia, il cibo per la vita eterna, e là ciascuno svolge il proprio ministero. Molte persone, però, vagano da una Comunità all’altra ma non trovano niente perché non hanno la pace nel cuore: nella loro vita regna la disperazione. Gesù può sedare la nostra tempesta, perciò invochiamoLo con fede affinché porti la pace nel nostro caos.
Ivan ha proseguito con la preghiera di guarigione, che ha introdotto con il canto “Dona la pace a chi confida in Te”.
Sì, fratelli, ha rassicurato Ivan mentre arpeggiava con maestria la sua chitarra, Gesù ha il potere di calmare la tempesta del nostro cuore, qualunque essa sia! E’ questo il momento favorevole per accogliere la grazia e la guarigione che il Signore vuole offrirci, perché Lui vuole compiere cose nuove nella vostra vita. Lasciatevi consolare e fortificare da Lui, dal nostro Dio che è per noi rifugio e forza!
La Santa Messa è stata presieduta da Padre Ignazio Melis, il quale nella sua Omelia si è soffermato a riflettere sui diversi modi di pregare del fariseo e del pubblicano affermando che l’invito di Gesù è di passare dalla non-preghiera alla preghiera. I due protagonisti sono uno di fronte all’altro contrapposti. Tutt’e due si trovano nella casa di Dio, uno avanti e l’altro dietro. Il fariseo, mentre prega, vuole esaltare se stesso e lo fa in modo altezzoso senza guardare in faccia i fratelli. Le sue parole e il suo disprezzo chiudono il rapporto con Dio. Il pubblicano, invece, pregando dice poche parole: “Dio, abbi pietà di me peccatore”.
Egli si batte il petto e non ha neppure il coraggio di sollevare gli occhi al Cielo. La sua speranza è che il Signore si chini su di lui e che la Sua Misericordia trasformi il suo cuore. Gesù preferisce questo atteggiamento, perché apre il Cielo e dispone il cuore all’accoglienza della Grazia e della Misericordia di Dio.
Al termine della Celebrazione Eucaristica la gioia dei presenti, espressa attraverso i canti proposti dalla Corale, è diventata contagiosa e travolgente, lasciando trasparire l’azione di Dio nella loro vita. Durante questa giornata Comunitaria, vissuta da tutti in modo profondo, il Signore ha manifestato la Sua grande Misericordia ed ha rivestito di grazia e di forza dall’Alto coloro che in Lui hanno riposto la propria fiducia.