Infonderò in voi lo Spirito e rivivrete
Convegno di Lode ed Evangelizzazione del 7 Maggio 2017
Numerosi fratelli e sorelle sono giunti da più parti della Sardegna per condividere la Giornata Comunitaria del 7 Maggio 2017. Nel volto di tanti era ancora impressa la gioia della Pasqua appena trascorsa e nel cuore altri trapelava il bisogno di sperimentare nuovamente l'improvviso ardere del cuore e lo spalancarsi degli occhi attraverso l'ascolto della Parola di Dio e lo spezzare il pane con Lui. La gioia dell’incontro con Dio e l’accoglienza festosa dei fratelli hanno consentito a tutti di condividere questa privilegiata giornata di Grazia in preparazione alla Pentecoste sul tema "Infonderò in voi lo Spirito e rivivrete", tratto da Ez 37,6. Lo Spirito Santo, invocato dall’assemblea, ha spalancato il cuore e la mente dei convenuti per condurli verso un ascolto e una comprensione sempre più vera, più nitida, più splendente del mistero di Gesù, Maestro e Signore della nostra vita.
Sono stati Relatori e brillanti strumenti di Dio nell’annuncio della Sua Parola Padre Ignazio Melis, Consigliere Spirituale della Comunità, e Padre Elias Vella, dell'Ordine dei Frati Minori Conventuali di Malta.
La prima Relazione sul tema “I desideri della carne portano alla morte, mentre i desideri dello Spirito portano alla vita e alla pace” (Rm 8,6) è stata svolta da Padre Ignazio Melis, il quale ha esordito con queste parole: Non c’è più nessuna condanna per coloro che sono uniti a Gesù Cristo! Noi, in forza del nostro Battesimo, siamo stati immersi nel Suo amore infinito e ora, poiché siamo uniti a Lui da un legame indissolubile, siamo esenti da qualsiasi condanna. Ispirandosi a San Paolo ha proseguito dicendo: Nessuna minaccia riuscirà a neutralizzare l’amore di Dio che ci giunge per mezzo di Cristo. Dinanzi alla tribolazione noi siamo più che vincitori in forza di Colui che ci ha amato e continua ad amarci. Come si concretizza l'assenza di condanna nella nostra vita e nel nostro quotidiano? Lo Spirito Santo crea in noi una nuova personalità, che San Paolo chiama “novità vivificante dello Spirito”. Ma San Paolo ci spiega che la vita secondo lo Spirito non ci tira fuori subito dalle nostre contraddizioni di una vita secondo la carne, ha continuato Padre Ignazio. In ogni persona, infatti, sussistono insieme la carne e lo Spirito, ma poiché i desideri della carne portano alla morte e i desideri dello Spirito portano alla vita e alla pace, ecco che noi cristiani aspiriamo a vivere questa nuova esistenza suscitata dallo Spirito Santo perché vogliamo vivere e non morire. Ancor di più voi, appartenenti al Rinnovamento Carismatico, avendo ricevuto il Battesimo nello Spirito che è un risveglio delle grazie basilari del Sacramento e della Cresima, siete stati potenziati nella capacità e nel coraggio di fronteggiare e rigettare i desideri della carne, perché lo Spirito Santo vi dà la forza di sopportare i pesi e le avversità più grandi, ed è anche una sapiente guida per voi.
Egli conosce la Via che Gesù ha tracciato quando era in terra, la Via che vi allontana da tutto quello che è dannoso e vi conduce ai benefici della vera vita, riempiendovi di gioia e di pace. Può comunque capitare che affiori in noi un senso di scoraggiamento o di scetticismo. Ma San Paolo ci risponde nel versetto 13: Se con l’aiuto dello Spirito voi fate morire le opere della carne, voi vivrete. E’ così che subentra la parola chiave “mortificazione”: vivere a condizione di morire. Tra l’uomo vecchio e l’uomo nuovo, infatti, c’è un solo ponte, che si chiama mortificazione. Mortificazione significa “potatura” e consiste nel potare le parti dell’uomo vecchio che ostacolano l’azione dello Spirito. Padre Ignazio ha poi accomunato al concetto della mortificazione quello della scultura, con queste affermazioni: Lo scultore per ottenere un’opera elimina le parti inutili con uno scalpello, come fece Michelangelo per tirar fuori l’angelo che aveva intravisto nel marmo. Così anche noi siamo dei massi di pietra grezza, con addosso tanta terra e tanti pezzi inutili. Se d’ora in poi sentiamo i colpi dello scalpello e dei pezzi di noi cadere a terra, non pensiamo al castigo di Dio, ma piuttosto che Dio, con le prove della vita, tira fuori l’angelo che è in noi. E’ Dio che ci ama, che vuole formare in noi l’immagine del Suo Gesù. Spogliatevi di quanto in voi è vecchio per essere creature nuove! L'assemblea attenta ha accolto tali parole rigeneranti con un lungo applauso, volto a significare l'impegno a metterle in pratica.
E' stato poi il momento di Padre Elias Vella, che si è soffermato sul tema "Infonderò in voi lo Spirito e rivivrete” (Ez 37,6). Ha fatto riferimento al dialogo di Gesù con Nicodemo, il quale Gli ha chiesto che cosa dovesse fare per entrare nel Regno, e Gesù gli indica tre cose da fare: essere battezzato nell’acqua, essere battezzato nel fuoco, essere battezzato nel sangue. Sono queste le tre dimensioni del Battesimo, ha asserito Padre Elias: l’acqua che purifica, rinnova, cambia, indica la mia conversione continua; il sangue, in quanto la nostra è una vita di sofferenza redenta da Gesù, per cui la sofferenza non ci porta alla disperazione, ma ci fa maturare e ci unisce alla croce; il fuoco, che simboleggia lo Spirito Santo, tanto che Egli il giorno di Pentecoste discese sugli Apostoli come lingue di fuoco.
Noi siamo stati tutti battezzati nello Spirito Santo in quanto abbiamo ricevuto il Sacramento del Battesimo e della Confermazione, ma il fatto che lo Spirito Santo sia in noi non significa che Lui viva in noi, perché noi potremmo bloccare la Sua azione con la nostra vita. Che cosa vuol dire "essere ripieni dello Spirito Santo"? Ha chiesto Padre Elias ai presenti che lo ascoltavano. Ci aiuta il bellissimo testo di Ezechiele, che descrive una valle di ossa aride. Il Signore chiese al Profeta Ezechiele di ridare vita a quelle ossa ed egli obbedì. Vide quelle ossa muoversi sino a diventare dei cadaveri, in quanto acquisirono anche la carne. Dio allora gli disse di voler dare la vita a quei cadaveri e soffiò su di loro sino a che presero vita e diventarono un grande esercito. Dopo aver pronunciato queste parole, Padre Elias ha voluto interrogare gli ascoltatori su quale fosse la situazione si cui si trovavano in quel momento: se fossero ossa, o cadaveri, o pieni di vita ed ha continuato con queste parole: forse siamo un po’ cadaveri, senza vita, vivendo nella routine senza l’energia dello Spirito Santo in noi… Allora abbiamo bisogno di uno Spirito che si rinnova in noi, dello Spirito Santo che ci rende nuovi e ci trasforma continuamente. Ne abbiamo bisogno perché Gesù ci chiede delle cose che umanamente non è possibile fare senza l’aiuto dello Spirito Santo, come ad esempio l’amare i nemici. Siamo continuamente di fronte a delle scelte e dobbiamo decidere se camminare nello Spirito oppure nella carne. Se scelgo la via dello Spirito i frutti saranno quelli indicati da San Paolo: amore, bontà, gioia, pace. Essere Battezzati dallo Spirito Santo ed essere guidati da Lui significa intraprendere la via indicata da Gesù, e non quella che il mio interesse o la mia convenienza mi suggerisce. Occorre collaborare con lo Spirito Santo con coraggio, sapendo di andare contro corrente rispetto alla mentalità comune che non si lascia certamente guidare dallo Spirito Santo. La parola di Dio ci cambia, entra in noi e comincia a rinnovarci anche se in quel momento non la ricordiamo, come avviene con il cibo, che ci cambia anche se non ricordiamo di averlo mangiato. Ma possiamo vivere la Parola di Dio solo con la forza e la potenza dello Spirito Santo! Lo Spirito Santo non è un lusso nella nostra vita, è piuttosto una necessità, senza la quale non possiamo accostarci a Gesù e accettarlo nella nostra vita. Dobbiamo perciò chiedere continuamente al Signore di donarci lo Spirito Santo con abbondanza, in modo che sia Lui a prendere il controllo dei nostri pensieri, delle nostre emozioni, di tutte le attività della nostra vita. Con Lui saremo al sicuro e otterremo quella gioia e quella pace di cui siamo tanto bisognosi.
Nel pomeriggio i giovani della Comunità, dopo aver condotto la recita del Santo Rosario, si sono uniti alla corale per osannare il Signore con canti e danze e, soprattutto, per invocare ancora la potenza dello Spirito Santo.
E’ stata data la parola al Presidente della Comunità Giuliano Monaco, il quale ha offerto ai convenuti interessanti spunti di riflessione. Questa mattina abbiamo ascoltato le bellissime parole di Padre Ignazio e di Padre Elias ed abbiamo ricordato che i desideri della carne portano alla morte, mentre i desideri dello Spirito portano alla vita, sia alla vita spirituale che a quella umana, perché lo Spirito Santo, quando noi Lo accogliamo e gli facciamo spazio, modella tutta la nostra vita. Egli agisce per noi e in noi e, perciò, tutto quello che compiamo sotto la Sua guida segue la logica dello Spirito e non più la logica del nostro io e della nostra carne. Il nostro agire potrebbe essere anche in contrasto con quello del mondo, ha continuato Giuliano, in quanto saremo capaci di non conformarci più a quello che vuole la società, la quale vive nelle tenebre mentre noi siamo la luce del mondo e il sale della terra.
In ogni circostanza dobbiamo portare l'annuncio della buona novella con la testimonianza della nostra vita. Fratelli, non possiamo scoraggiarci e pensare che i figli del mondo siano migliori di noi, in quanto possediamo una marcia in più, quella di avere lo Spirito Santo e di aver conosciuto Gesù, il Salvatore, quella di aver trovato la strada della conversione. Siamo dei privilegiati! Lo Spirito Santo ci consente di avere la password dell’accesso al Regno dei Cieli! Ogni attimo che trascorre sotto la guida dello Spirito Santo è la conquista di un numero di questa passwuord. Padre Ignazio ci diceva che se noi lasciamo agire la carne, essa prende il sopravvento sullo Spirito e ci fa compiere delle cose contrarie allo Spirito. Il Signore non ci toglie certamente ciò che può farci del male, ce lo lascia affinché sappiamo resistere alle tentazioni. Ecco la grande lotta tra lo spirito carnale e lo Spirito Santo! Dio ci offre il Suo Santo Spirito! Ecco perché non dobbiamo stancarci di riceverlo continuamente... Egli è come una grande doccia che ci lava continuamente! Noi dobbiamo avere una tale confidenza nello Spirito Santo da lasciarci bagnare, innaffiare, pulire, ogni volta che Lui desidera farlo. Il Rinnovamento Carismatico ha voluto aprire le porte allo Spirito Santo dandoGli più importanza e risonanza rispetto al passato. Padre Elias ci ha ricordato la Parola di Dio “Infonderò in voi il mio Spirito e rivivrete”. Ci ha chiesto da che parte ci troviamo: se dalla parte dei moribondi o addirittura dei cadaveri... sicuramente continueremo a zoppicare sinché non raggiungeremo la santità. Finché la santità non risplenderà in noi abbiamo bisogno dello Spirito Santo e lui ci viene in soccorso dicendoci: “Infonderò in voi il mio spirito e rivivrete!”. Alla Comunità e alle tante persone che ne sono fuori, lo Spirito Santo asserisce: “Questo popolo ha bisogno di rivivere! Questi governi hanno bisogno di rivivere! Questo mondo, nel quale regna un dilagante decadimento spirituale, ha bisogno di rivivere!" Ma il Signore non ci fa violenza, occorre far spazio nel nostro cuore allo Spirito Santo perché possa condurre la nostra vita. Quest'anno si celebra il 50° Anniversario del Rinnovamento Carismatico che ebbe origine quando alcuni giovani universitari decisero di invocare lo Spirito Santo e ne uscirono esultanti, cantando in lingue come gli Apostoli. Che meraviglia! Ha esclamato Giuliano lasciando intravedere la gioia di averne assaporato i frutti. Si tratta di una tappa dello Spirito Santo! A 50 anni si presume di aver raggiunto la maturità. Umanamente la si è conseguita, ma agli occhi di Dio il Rinnovamento è ancora bambino! Deve continuare a crescere attingendo la potenza dello Spirito Santo dalla Parola di Dio e dai Sacramenti. Poiché cadiamo con facilità nel peccato, abbiamo bisogno di chiedere al Signore di darci l'umiltà, la carità, l'amore per i nemici e la conversione del nostro cuore! Dobbiamo crescere ancora molto e, per questo, abbiamo bisogno che il nostro Padre Celeste ci prenda per mano come bambini. E noi, che apparteniamo al Rinnovamento Carismatico, dobbiamo ringraziare maggiormente il Signore per l’abbondante presenza dello Spirito Santo in questa corrente di grazia. Perciò vi esorto, fratelli e sorelle, a non vivere la presenza dello Spirito Santo soltanto il giorno di Pentecoste, ma piuttosto viviamo ogni giorno la Pentecoste, continuando a dire: “Benvenuto Spirito Santo nella nostra vita!”
Successivamente è intervenuto Padre Elias che, attraverso le sue parole, ha voluto predisporre i cuori alla preghiera di guarigione. Parlare di guarigioni, carismi, o liberazioni potrebbe sembrare una cosa medievale, ha affermato Padre Elias, ma d’altra parte, se dovessimo dire che le guarigioni non esistono, dovremmo strappare un quarto del Vangelo dove vengono narrati diversi episodi di Gesù che guarisce fisicamente. La guarigione e la liberazione fanno parte essenziale ed integrale del messaggio evangelico e la potenza che usciva da Gesù in varie occasioni è stata da Lui trasmessa agli Apostoli. Una Chiesa che non guarisce è mera teoria. Ma, d'altra parte, guarire e liberare senza evangelizzare sarebbe magia. Ecco, perciò, la necessità di operare guarigioni per annunciare che Gesù è il Salvatore e favorire un incontro personale con Lui, diversamente la guarigione non sarebbe completa. Come mai Gesù chiede all’uomo della piscina di Betesda se vuole essere guarito? Gesù vuole sentirsi rispondere “Io voglio guarire!”, in quanto occorre la nostra collaborazione nella guarigione, che non è un gesto magico.
Ad esempio il Signore potrebbe chiederci di perdonare prima di operare in noi la guarigione ma, soprattutto, esige da parte nostra un incontro personale con Lui, diversamente il miracolo sarebbe parziale e temporale. La guarigione diventa completa quando il malato riconosce che l’autore della guarigione è Gesù. La guarigione è Gesù stesso. Ecco allora la guarigione che Gesù ci offre anche stasera: trovare Lui. Allora possiamo presentargli tutti i nostri problemi, perché Lui conosce ogni dettaglio della nostra vita e nulla accade senza che Lui lo sappia. Ognuno di noi porta sulle spalle dei problemi, di salute, economici o familiari, e Gesù li conosce tutti. Padre Elias ha chiesto ai presenti di fare un momento di silenzio per rispondere personalmente alla domanda di Gesù e poi ha così proseguito: Signore, le preghiere che stiamo facendo le vogliamo presentare a Te anche per intercessione di Simona, la Tua serva. In questo momento lei sta intercedendo per questa Comunità e per noi tutti perché lei, ancora di più, era ed è parte di questa Comunità. Noi ti chiediamo Signore, che la stessa potenza uscita da Te per quella donna Cananea, esca oggi in questo momento su di noi e ci guarisca, ma a modo Tuo e non a modo nostro. Signore, se la mia fede è debole, accrescila, anzi, non guardare la mia fede, ma la fede della Tua Chiesa che in questo momento sta pregando per noi e lo Spirito Santo sparge su di noi la Sua grazia, il Suo amore e la Sua pace. Padre Elias ha invitato i partecipanti a radunarsi in piccoli gruppetti e a pregare gli uni per le necessità degli altri, perché in tal modo l'amore e la misericordia di Dio non avrebbe avuto la difficoltà di circolare liberamente. Una grande commozione ha pervaso i presenti, che si sono sentiti liberati, consolati e abbracciati dall'amore dei fratelli e, soprattutto, da quello immenso e incommensurabile di Dio.
Padre Vella ha poi proseguito con la preghiera di guarigione e con la benedizione dei Sacramentali, mentre vari partecipanti si accostavano al palco, quasi per attingere piu da vicino l'abbondanza della Grazia del Signore. E' seguita la Celebrazione Eucaristica presieduta da Padre Elias, il quale nella sua Omelia si è intrattenuto a riflettere sul Vangelo proposto dalla Liturgia, quello del Buon Pastore. Gesù descrive se stesso attribuendo a se stesso il titolo inconsueto di “porta”. Che significato ha il fatto che Gesù sia la porta? Se si pensasse ad un recinto o ad una casa, la porta indica la sicurezza.
Non sono il lavoro, i soldi o la carriera a darvi sicurezza. E' Gesù la vostra unica sicurezza! E’ Colui che ci dice “Le mie pecore conoscono la mia voce”. Oggi siamo attorniati da un frastuono di voci che provengono dalla TV, da internet, dall’opinione pubblica o dagli amici, e tra queste c’è anche quella di Dio, seppure spesso ci confondiamo e non sappiamo riconoscerla tra le tante. Tutto dipende dalla nostra intimità con Lui, che è anche il Buon Pastore delle nostre anime, un pastore che ci ama e desidera averci accanto, un pastore che ci lascia liberi di allontanarci, anche se ne soffre quando scappiamo. E noi siamo le pecore che ascoltano la Sua voce, perché solo in Lui possiamo trovare la gioia vera, l’amore e la salvezza.
Al termine della giornata Comunitaria, ognuno dei convenuti era traboccante di gioia per aver riposto in Dio la propria fiducia e la propria sicurezza e lo Spirito Santo ha donato a ciascuno una nuova vitalità interiore affinché il passo diventi sicuro e spedito nel cammino verso la santità!