Siate sempre lieti nel Signore
Convegno di Lode ed Evangelizzazione del 23 Aprile 2023
Domenica 23 Aprile 2023, trascorsa appena la Santa Pasqua, i membri dei diversi gruppi aderenti alla nostra Comunità e numerosi simpatizzanti si sono riuniti per condividere la Parola di Dio e da essa lasciarsi nutrire attraverso la meditazione del tema “Siate sempre lieti nel Signore” (Filippesi 4,4). Quali Relatori della giornata sono intervenuti il laico Kalì Musangu, il Consigliere Spirituale della Comunità Padre Ignazio Melis, il Responsabile Giuliano Monaco e la Pastora della Chiesa Evangelica Battista Francesca Litigio. Dalla gioia di ritrovarsi insieme è scaturita una intensa preghiera di lode condotta dagli animatori della Comunità e accompagnata dai canti eseguiti dalla Corale.
In tale atmosfera di elevazione a Dio i convenuti hanno predisposto i loro cuori per ascoltare attentamente la prima Relazione che Padre Ignazio Melis ha svolto sul tema “Voi lo amate, pur senza averlo visto e ora, senza vederlo, credete in lui. Perciò esultate di gioia indicibile e gloriosa, mentre raggiungete la mèta della vostra fede: la salvezza delle anime” (1Pt 1,8-9). Come nella Comunità di Pietro, ha affermato Padre Ignazio, anche noi viviamo in un’epoca di grande ignoranza della grandezza dell’opera della redenzione. Nel tempo in cui viviamo manca infatti la coscienza vera di Dio, di Gesù Cristo Redentore, il dono più grande di tutti di cui possiamo godere. Chi è in Cristo ha una speranza viva, certa, che è già una realtà, benché sia ancora futura. E questa speranza è la certezza di passare l’eternità nella presenza di Dio stesso godendoLo per sempre. Questa nostra eredità è conservata in Cielo, quindi è assolutamente sicura e garantita.
La nostra eredità in Cristo è talmente immensa che possiamo gioire anche in mezzo alle sofferenze a motivo dell’immensità della nostra salvezza, che è eterna. Inoltre le prove sono brevi e necessarie perché il crogiolo delle prove conferma che la nostra fede è genuina e pulita in modo che, alla manifestazione di Cristo, quella fede purificata diventi motivo di lode, di onore e di gloria. Possiamo dunque esultare durante il nostro cammino in questo mondo se teniamo gli occhi orientati su quello che ci aspetta, anziché sulla momentanea e leggera afflizione di oggi. La gioia in Cristo è così immensa e profonda che non ci sono parole umane adeguate per riuscire a descriverla pienamente. L’origine di questa gioia che possiamo avere in Cristo e che può soddisfare totalmente il cuore, la mente e l’anima, è lo Spirito Santo, perché la gioia è un frutto dello Spirito. Fratelli, teniamo pertanto i nostri occhi fissati su Cristo Gesù, nostro Salvatore e Signore e, camminando per fede, conosceremo sempre di più l’amore di Dio per noi in Cristo Gesù. La nostra gioia sarà completa in Cristo mentre aspettiamo il fine della nostra fede: la nostra eredità eterna.
E’ giunto poi il momento di ascoltare Kalì Musangu sul tema “Siate sempre lieti nel Signore, ve lo ripeto: siate lieti. La vostra amabilità sia nota a tutti. Il Signore è vicino! Non angustiatevi per nulla, ma in ogni circostanza fate presenti a Dio le vostre richieste con preghiere, suppliche e ringraziamenti.” (Fil 4,4-6). Dovremmo riuscire a vincere il male con il sorriso e la gioia, ha esordito Kalì in modo appassionato e coinvolgente. E’ necessario superare la paura, perché essa allontana la presenza dello Spirito Santo e, dunque, anche la gioia. Rallegratevi! Perché lo Spirito di Dio che è in noi è più forte di ogni spirito di paura.
Come Gesù ha calmato la tempesta con la sua Parola, così anche noi possiamo calmare la tempesta nella nostra vita e nella nostra tua famiglia con la Sua Parola. In Cristo Gesù c’è tutta la pienezza di Dio e, se Gesù abita in noi, abbiamo tutta la pienezza di Dio. Ecco perché dobbiamo testimoniare la gioia di Cristo Risorto anche nella nostra famiglia. Siamo preziosi agli occhi di Dio e Lui ci ama! Egli allontana le nostre preoccupazioni ricolmandoci di gioia! Nessuno può rubarci questa gioia. Quando facciamo l’incontro con Gesù la nostra vita cambia con la guarigione e la liberazione. Se siamo sottomessi a Dio, è Lui che opera meraviglie nella nostra vita. Perciò, cari fratelli, cercate di vedere in ogni problema la mano di Dio e la Sua presenza e rallegratevi! Sì, portate la gioia. Essa è un’arma potente. Stiamo vivendo un tempo difficile in questo mondo ed abbiamo particolarmente bisogno di essere ripieni della potenza dello Spirito Santo. Lasciatevi guidare dallo Spirito Santo e riconoscete che Gesù è il Signore. In Cristo Gesù noi siamo vittoriosi. Chiediamo allo Spirito Santo che nessuno possa rubare la gioia che abbiamo ricevuto in Cristo Gesù.
Nel cogliere le parole espresse da Kalì, Giuliano Monaco ha introdotto l’invocazione dello Spirito Santo su tutti i partecipanti con queste parole: Vogliamo che lo Spirito Santo agisca in noi e ci usi tutti affinché siamo pronti e capaci di compiere tutto ciò che il Signore desidera. Chiediamo al Signore di donarci tutto ciò di cui abbiamo bisogno: la pace, il cuore aperto, la gioia, e invochiamo lo Spirito Santo perché venga a guarirci, a consolarci e a toccare il nostro cuore, affinché non sia più di pietra ma diventi un cuore di carne e possa ascoltare la volontà di Dio. Solleviamo le nostre braccia e lodiamo il Signore!
Abbiamo poi dedicato uno spazio di tempo alla Serva di Dio Simona Tronci, a 39 anni dalla sua salita al Cielo, per condividere gli interessanti spunti scaturiti dal Meeting svolto su di lei il 3 marzo scorso presso la Pontificia Facoltà Teologica della Sardegna. E’ stato un momento suggestivo e profondo che si è concluso con la lettura di alcune frasi tratte dal diario spirituale di Simona, che abbiamo poi ripetuto insieme per farle diventare nostra preghiera. E’ seguito un lungo applauso ed un canto composto dalla Serva di Dio dal titolo “Canta Canta Canta”.
Nel pomeriggio, dopo la recita della Coroncina alla Divina Misericordia e alcuni canti di esultanza, è intervenuto il nostro Presidente Giuliano che, con il suo consueto slancio, ha condiviso alcune riflessioni sul tema della giornata. Oggi il Signore ci sta mostrando sempre più la Sua presenza e il Suo amore, ha detto. La Sua Parola ci dà conforto e ci esorta ad avere fiducia in Dio e nelle Sue opere, che potrebbero anche non manifestarsi subito. I tempi di Dio, infatti, non sono i nostri, ma Lui mantiene ciò che promette. Questa è la nostra certezza.
Ci chiede di non preoccuparci del domani e ci esorta a fidarci della Provvidenza, presentandoGli le nostre richieste, ciò che ci affligge o ci procura una certa sofferenza. Lui ha la possibilità di venire in nostro soccorso, ha assicurato con fede Giuliano. Il Signore ci fa però una raccomandazione: quella di non essere attaccati alle cose di poco conto, all’aspetto esteriore, al vestiario, al denaro, ai beni materiali, i quali non possono diventare signori e padroni della nostra vita alla stessa stregua degli idoli. Questi ci opprimono e ci portano a vivere le nostre giornate con la tristezza e la preoccupazione. Invece dobbiamo consegnare al Signore questi problemi con fiducia perché Lui è un Padre buono, provvede a noi e non ci lascia a mani vuote. La Parola che il Signore ci ha dato oggi così ci esorta: “siate sempre lieti nel Signore”. Sì, alleniamoci alla gioia e ad amare Dio. Impegniamoci ad essere sempre lieti perché il Suo Spirito è con noi e non dobbiamo preoccuparci di nulla. A volte il Signore non asseconda le nostre richieste ma lo fa per il nostro bene, ecco perché dobbiamo entrare nel mistero del Signore e accettare la Sua volontà. Lui ci dà il Suo Spirito Santo, la Consolazione di cui abbiamo bisogno. E quando non ce la facciamo più per la stanchezza, invochiamo dallo Spirito Santo una nuova unzione ed Egli realizzerà in noi la Parola di Gesù “Venite a me, voi che siete affaticati e oppressi e io vi ristorerò”.
Durante l’invocazione dello Spirito Santo, una grande commozione e un’immensa consolazione hanno pervaso i cuori dei presenti, che si sono sentiti abbracciati e avvolti dall’amore di Dio. E’ seguito un significativo momento di apertura ecumenica introdotto dallo speaker, il quale ha ricordato l’impegno assunto in tal senso dalla nostra Comunità sin dal 1998 in occasione del Congresso Mondiale dei Movimenti Ecclesiali culminato con la Pentecoste in Piazza San Pietro, quando il Papa Giovanni Paolo II coinvolse i Movimenti Ecclesiali nel Popolo di Dio, invitandoli calorosamente ad una maggiore comunione tra loro e con i fratelli di altre Chiese e Comunità cristiane. Da allora, spinti da questo desiderio di essere uno in Cristo, la nostra Comunità con i suoi responsabili si è impegnata anche nella nostra Diocesi.
Ha infatti aderito, da oltre vent’anni, al Gruppo Ecumenico di Lavoro di Cagliari e prosegue ancora oggi questo cammino di dialogo fraterno, di preghiera comune e di stima reciproca con la certezza che tutto questo sia senz’altro un’opera voluta dal nostro Signore Gesù Cristo. A voler significare tale slancio ecumenico è stata data la parola alla Pastora Francesca Litigio, che dalla fine dello scorso anno è alla guida della Chiesa Evangelica Battista di Cagliari e del Sulcis. Francesca, accolta da un caloroso applauso di benvenuto, ha commentato brevemente il versetto 10 della seconda Lettera ai Corinzi, capitolo 6: “…afflitti, ma sempre lieti; come poveri, ma capaci di arricchire molti; come gente che non ha nulla e invece possediamo tutto!”. Dopo aver espresso i suoi ringraziamenti per il gradito invito e porto i saluti anche da parte della sua Comunità, la Pastora Francesca ha voluto contestualizzare i versetti oggetto di riflessione. Ha asserito che si tratta di un brano particolarmente dolce dell’apostolo Paolo, il quale invita a non ricevere invano la grazia di Dio e a fare memoria di tutte le volte in cui l’azione di Gesù sia stata viva nella vita della Comunità.
Noi siamo stati chiamati ad essere collaboratori di Dio, ha evidenziato Francesca, ed è proprio nella Comunità che arriva la chiamata del Signore e il Suo invito a continuare a portare la Parola del Signore con la potenza dello Spirito Santo, insieme all’amore sincero e ad un parlare vero e onesto, perché anche se ci sembra di non avere nulla, in realtà possediamo ogni cosa. Anche di fronte ai momenti di più grande scoraggiamento o di più grande impoverimento possediamo ogni cosa perché la grazia di Dio è con noi. San Paolo intende ricordare ai suoi fratelli e alle sue sorelle che al di là di quello che lui come persona possa fare, trasmettere e insegnare, la Comunità deve essere fondata sul dono della grazia, che deve essere testimoniata in ogni situazione, in ogni loro passo, in ogni loro scelta.
L’invito di questa grazia ci conduce a testimoniare nelle nostre vite l’amore di Dio e come Lui ci abbia trasformati. Al di là di tutto ciò che possa accadere, al di là delle nostre incomprensioni e di tutte le relazioni spezzate che possiamo avere, l’Apostolo Paolo vuole ricordarci che la chiamata alla riconciliazione è un segno della grazia di Dio, perché Dio per primo si è riconciliato con noi, con i nostri fallimenti e con il nostro peccato, attraverso il sacrificio di Cristo sulla croce. Egli ci ha donato il Suo amore affinché sia testimoniato nel mondo attraverso le nostre Comunità, annunciando che Gesù Cristo ha trasformato le nostre esistenze, che ci ha insegnato l’amore e la riconciliazione, ed anche a contare gli uni sulle altre, perché anche nelle nostre piccolezze, siamo figli e figlie di Dio. E’ oggi il tempo di scegliere come vivere. E’ oggi il tempo di scegliere Gesù come Salvatore, è oggi il tempo di accoglierlo al di là delle singole situazioni che viviamo.
Al termine di queste preziose parole, è intervenuto Giuliano per ringraziare Francesca e condividere l’importanza del messaggio che ha donato all’assemblea, in quanto stiamo vivendo un tempo difficile e buio in cui dobbiamo fare unione e forza di preghiera e guardare non ciò che ci divide ma ciò che ci unisce, affinché nella nostra vita e ovunque ritorni vittorioso nostro Signore. Noi abbiamo una ricchezza, ha affermato Giuliano: la Parola di Dio, la fede e, come intercessori, possiamo continuare a mandare la benedizione dello Spirito Santo su questo mondo malato. Grazie Francesca per ciò che ci hai dato.
A conclusione di questo significativo momento ecumenico, la Corale ha saputo coinvolgere l’assemblea con il canto “Anche se in molti siamo un sol corpo”, perché ciò che ci unisce è Gesù Cristo morto e Risorto.
E’ stato poi il momento di dare la parola a Kalì Musangu per una riflessione sul tema “Se voi dunque che siete cattivi sapete dare cose buone ai vostri figli, quanto più il Padre vostro che è nei cieli darà cose buone a quelli che gliele domandano!” (Mt 7,11). Kalì nell’introdurre l’argomento ha voluto ribadire che tutto è possibile per Dio ma deve entrare in gioco anche la nostra fede, che consiste nell’entrare in contatto con Dio, attraverso una relazione personale con Lui. Tu sei il prodigio di Dio, ha esclamato Kalì, sei Suo figlio e Lui ti ama. Ecco perché è tuo diritto, in quanto figlio, chiedere a Dio, Padre buono, di toccare la tua vita e cambiarne l’atmosfera. Abbiamo infatti ricevuto tale autorità nel nome di Gesù.
Voglio invitare voi tutti a credere nella potenza di Dio. Dio è pronto a donarci cose belle ma lo fa in base alla nostra fede. Quando dubitiamo noi blocchiamo da soli l’opera dello Spirito Santo in noi. Per chiedere bene bisogna conoscere Dio e pregare nel modo giusto, a Lui gradito, superando il grande ostacolo della paura che spesso ci attanaglia. Infatti, purtroppo, dentro di noi c’è molta confusione. La paura è un inganno del diavolo che ci porta a dubitare che Dio passa guarirci dalla nostra malattia. Ma se conosciamo e mettiamo in pratica la Parola di Dio, che è Spirito e vita, essa ci guarisce e apre i nostri occhi per poter vedere le cose come Dio le vede. Per Dio niente è impossibile e se Dio è con noi chi sarà contro di noi? Dio ci vuole usare come Suoi collaboratori anche nella nostra debolezza, perché ci ama. Allontanate perciò la tristezza e ogni paura e rivestitevi di gioia, perché abbiamo un Dio potente che ha cura di noi. Fidatevi: Dio è buono! E quando siamo guidati dallo Spirito Santo, è Lui a suggerire dentro di noi che cosa dobbiamo chiedere per il nostro bene.
Successivamente Kali, insieme ai Sacerdoti presenti e alle guide della Comunità, hanno condotto una preghiera per invocare su coloro che lo desiderasse la guarigione spirituale e fisica. E’ stato un momento commovente, accompagnato dalla musica e dal canto, dove ciascuno ha potuto consegnare al Signore ogni suo problema e sperimentare la dolcezza dell’amore di Dio e la Sua consolazione.
La giornata si è conclusa con la Celebrazione Eucaristica presieduta da Padre Ignazio Melis il quale, nella sua omelia, ha ribadito che siamo chiamati a convertirci alla gioia, perché siamo cristiani risorti in Cristo e dobbiamo annunciare la gioia della Resurrezione. Certo, la liberazione che Gesù è venuto a portare non elimina completamente la sofferenza dalla nostra vita, ha detto Padre Ignazio, ma ne cambia il senso, la trasforma da condanna in offerta, da vicolo cieco in porta d’ingresso per entrare nella Sua Gloria, quella nella quale ci introduce insieme a Lui.
Al termine della Santa Messa la gioia sprizzava dagli occhi di tutti i presenti perché il Signore ha davvero compiuto grandi meraviglie tra i Suoi amati figli.